lunedì 10 marzo 2014

Viventi strumenti bellici

 
 
Testo di Paolo Virtuani

La strategia è semplice. Si cattura un gatto da una città o da una fortezza che avete messo sotto assedio. Gli si lega sulla schiena un sacco riempito con una sostanza infiammabile (polvere da sparo?). Si dà fuoco. Il gatto, impaurito, scappa e ritorna nella sua città di origine e magari si rifugia in una stalla o in un fienile dove propaga le fiamme. Si sviluppa un incendio che mette in difficoltà gli assediati e nel frattempo voi attaccate. Geniale, no? E se magari il gatto scappa dalla parte sbagliata e mette a fuoco il vostro accampamento? Vabbé, era solo un’idea. Un’idea contenuta nel trattato Feuer Büch datato intorno al 1530 del maestro di artiglieria tedesco Franz Helm. Il manoscritto è stato ora digitalizzato dall’Università della Pennsylvania. Si ritiene che Franz Helm, di Colonia, abbia preso parte a diverse battaglie tra austriaci e ottomani proprio nel periodo nel quale l’utilizzo della polvere da sparo stava cambiando il modo di fare la guerra. A questo proposito è esemplare il film "Il mestiere delle armi", capolavoro di Ermanno Olmi del 2001, che narra proprio il passaggio dal «cavalleresco» stile medievale della guerra a quello più moderno che dura fino ai giorni nostri: si schiaccia un bottone o si preme un grilletto e si possono ammazzare i nemici (oggi anche decine di migliaia) a distanza. Senza guardarli negli occhi, in modo asettico, e quindi senza sporcarsi le mani del sangue del nemico come avveniva un tempo. Il «genio» militare di Helm oltre ai gatti aveva previsto anche l’impiego di colombi viaggiatori. Stesso sistema di sacco dal quale uscivano fiamme legato sul dorso dell’uccello, ovviamente più piccolo date le dimensioni dell’animale. È mai stato impiegato e - se è avvenuto - ha mai avuto successo? Non lo sappiamo. Forse i soldati hanno mangiato qualche piccione arrosto in più (o qualche gatto).

8 commenti:

  1. Il trattato è del xvi secolo,, e la mancanza di rispetto verso gli animali è diciamo, ( e lo dico obtorto collo), fatto che non desta molta meraviglia.
    Ma il fatto è che gli animali hanno sempre dovuto servire l'uomo, anche in tempi più moderni:
    i poveri asini e i muli caricati all'estremo, mandati insieme ai cavalli perfino in guerra, e non parlo del primo conflitto, ma del secondo;
    i cani usati dai russi, con le bombe legate sotto la pancia e scagliati contro i tedeschi;
    i canarini usati per saggiare la presenza di gas tossici nelle miniere, di cui Cronin aveva parlato ne La Cittadella, usanza in voga non solo nel xix secolo ma anche oltre;
    i gatti e cani sacrificati per testare la funzione della sedia elettrica, di cui Edison fu inventore ( e che poi sacrificò un elefante ritenuto cattivo, uccidendolo con le scosse sulla pubblica piazza);
    i delfini usati dai militari per le mine....OGGI, però...non ieri.
    sempre a farne le spese chi non ha voce.
    Ma ora sarebbero altri tempi.
    Nulla è cambiato, mi pare.

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    1. Vedo che sei ben informata!

      :-)

      E quindi, forse non ti sarà sfuggito un libro scritto da Curzio Malaparte, che era un militare criptoanimalista, e che aveva un'anomala sensibilità verso gli animali (memorabile la scena del suo cane Febo, trovato dal protagonista Marcello Mastroianni, in un laboratorio, con le corde vocali tagliate).

      Il libro di cui parlo, che forse già conosci, è Kaputt.

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    2. Conosco la triste storia di Febo per lo scritto di Malaparte, "La Pelle" ( non per il film (che non ho mai visto e non so se mai vedrò).
      Kaputt non l'ho mai letto.

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    3. Paese che vai: crudeltà e depravazione che trovi! Nella guerra di Iran-Iraq degli anni ottanta, i vertici del potere militare iraniano, mandavano migliaia di bambini con la foto di Khomeini sul petto per sminare i campi, affinché i soldati potessero passare senza danni. La pazzia all'ennesima potenza! :-(

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    4. Sei sicuro, Ancor, che non si tratti di bieca propaganda?

      Nel film "Apocalypse now", Marlon Brando parla dell'orrore e cita i vietcong che amputavano le braccia ai bambini veccinati dai medici americani, evento puramente inventato e mai successo.

      Ecco, la storia dei bambini che citi tu mi sembra di quel genere.

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    5. Sono sicuro Roberto. Quando nel lontano '92 lavoravo in Iran, avevo diversi aiutanti iraniani che avevano fatto in media tre anni di guerra ciascuno. Alcuni di loro, mi descrivevano per filo e per segno queste efferatezze. Piangevano mentre me le raccontavano, a me mi si torcevano le budella ad ascoltarli. Mi dicevano la pura verità, perché io li trattavo bene, ed avevano totale fiducia in me.

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    6. In tal caso, si tratta di testimonianze dirette e, a meno che non fingessero, i tuoi operai dovevano effettivamente aver assistito a cose tremende. In guerra succedono.

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  2. Ahimè i pratesi di oggi, a differenza di Curzio Malaparte, sono cinesi, ed i cani li magnano...

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