mercoledì 1 marzo 2017

L’invito a una morigerata vita di contemplazione


Fonte: Anonimo


Ma ci rendiamo conto dove stiamo andando? Consumismo, leggi, regole, estremo sfruttamento delle risorse, zero amore per il prossimo e per la natura, guerre, ecc. ecc… Non siamo liberi di far nulla senza chiedere un permesso o fare una carta. Lavorare una vita in schiavitù per poi non sapere se avremo i nostri soldi sotto forma di una pensione. Schiavitù perché ditemi che non siete schiavi del sistema lavoro, delle vostre amate 8-9-10 ore di lavoro e siete devoti come un dio anche a chi ve lo da! Anziché crearvi voi qualcosa, un qualcosa che non sfrutti il sistema e che non renda succube nessuno, anzi che ci unisca tramite autoproduzione, scambio e condivisione. 


Mutui di 30 anni da pagare per una casa grande, bella, moderna, rate per una macchina nuova che vi serve solo per apparire migliori al vicino e che vi serve solo per andare a lavoro o per andare in posti dove spendere i vostri soldi. Fare soldi, successo, solo per spendere, sfruttare, consumare, per usurpare mille risorse della terra, per apparire di un ceto o una classe migliore o avere più proprietà, ma ci rendiamo conto? Per apparire migliore di un'altro essere umano uguale a noi e con i nostri stessi diritti e doveri... Più ci "evolviamo", più vedo che c'è qualcosa di sbagliato dove stiamo andando e ne pagheremo le conseguenze. Ci possiamo ancora salvare, non dico di stravolgere la nostra vita, ma iniziamo dalla consapevolezza e da piccoli cambiamenti, ogni singolo individuo è importante per questo cambiamento e ogni singolo individuo ne ha il dovere! Facciamolo per la terra, per l'uomo, per tutte le creature e per un equilibrio universale!

2 commenti:

  1. Sono perfettamente d'accordo.
    La schiavitù intellettuale sembra essere insita profondamente nell'homo sapiens. C'è questa convinzione nella specie di essersi affrancata da vecchie leggi e costrizioni. Dai sistemi feudali. Nella forma, magari... La sostanza non cambia molto. La libertà del singolo individuo ha fatto il salto di qualità, a discapito del bene dell'umanità, in base al ragionamento per cui possiamo fare quel che vogliamo tanto non siano responsabili, con le nostre scelte e decisioni (principalmente quelle banali e quotidiane: cibo, lavoro, oggetti), di quello che accade oltre il proprio naso. È il prezzo da pagare alla società individualista. Riempirsi di cose e persone inutili, per colmare il profondissimo vuoto cosmico che abbiamo creato noi stessi. Se non è schiavitù, questa...
    La cosa simpatica, poi, è l'essere umano che chiama alcuni propri simili "pecore", con disprezzo. Quando dovrebbero essere le pecore a ridere di noi e della nostra ridicola umanità... Se qualcuno ci guardasse attraverso uno schermo, come una sit-com, riderebbe di gusto. Gente che si affanna, si ammazza, ammazza, si dispera, piange ride, accumula spreca.... Tutto per il nulla cosmico.
    La speranza è l'ultima a morire, ma ammetto che la mia fiducia nell'uomo inizia a scarseggiare sempre più..

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    1. Evidentemente, il pessimismo che tendo a imprimere nei miei articoli, anche se quello in oggetto non è mio, fa sì che i miei utenti ne risentano, sulla base del “similis similem amat”, e si ritrovino immancabilmente in questo blog.

      Benvenuta nel mondo dei disillusi.

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