Fonte: Anonimo
Ma ci rendiamo conto dove stiamo andando? Consumismo, leggi,
regole, estremo sfruttamento delle risorse, zero amore per il
prossimo e per la natura, guerre, ecc. ecc… Non siamo liberi di far
nulla senza chiedere un permesso o fare una carta. Lavorare una vita
in schiavitù per poi non sapere se avremo i nostri soldi sotto forma
di una pensione. Schiavitù perché ditemi che non siete schiavi del
sistema lavoro, delle vostre amate 8-9-10 ore di lavoro e siete
devoti come un dio anche a chi ve lo da! Anziché crearvi voi
qualcosa, un qualcosa che non sfrutti il sistema e che non renda
succube nessuno, anzi che ci unisca tramite autoproduzione, scambio e
condivisione.
Mutui di 30 anni da pagare per una casa grande, bella,
moderna, rate per una macchina nuova che vi serve solo per apparire
migliori al vicino e che vi serve solo per andare a lavoro o per
andare in posti dove spendere i vostri soldi. Fare soldi, successo,
solo per spendere, sfruttare, consumare, per usurpare mille risorse
della terra, per apparire di un ceto o una classe migliore o avere
più proprietà, ma ci rendiamo conto? Per apparire migliore di
un'altro essere umano uguale a noi e con i nostri stessi diritti e
doveri... Più ci "evolviamo", più vedo che c'è qualcosa
di sbagliato dove stiamo andando e ne pagheremo le conseguenze. Ci
possiamo ancora salvare, non dico di stravolgere la nostra vita, ma
iniziamo dalla consapevolezza e da piccoli cambiamenti, ogni singolo
individuo è importante per questo cambiamento e ogni singolo
individuo ne ha il dovere! Facciamolo per la terra, per l'uomo, per
tutte le creature e per un equilibrio universale!
Sono perfettamente d'accordo.
RispondiEliminaLa schiavitù intellettuale sembra essere insita profondamente nell'homo sapiens. C'è questa convinzione nella specie di essersi affrancata da vecchie leggi e costrizioni. Dai sistemi feudali. Nella forma, magari... La sostanza non cambia molto. La libertà del singolo individuo ha fatto il salto di qualità, a discapito del bene dell'umanità, in base al ragionamento per cui possiamo fare quel che vogliamo tanto non siano responsabili, con le nostre scelte e decisioni (principalmente quelle banali e quotidiane: cibo, lavoro, oggetti), di quello che accade oltre il proprio naso. È il prezzo da pagare alla società individualista. Riempirsi di cose e persone inutili, per colmare il profondissimo vuoto cosmico che abbiamo creato noi stessi. Se non è schiavitù, questa...
La cosa simpatica, poi, è l'essere umano che chiama alcuni propri simili "pecore", con disprezzo. Quando dovrebbero essere le pecore a ridere di noi e della nostra ridicola umanità... Se qualcuno ci guardasse attraverso uno schermo, come una sit-com, riderebbe di gusto. Gente che si affanna, si ammazza, ammazza, si dispera, piange ride, accumula spreca.... Tutto per il nulla cosmico.
La speranza è l'ultima a morire, ma ammetto che la mia fiducia nell'uomo inizia a scarseggiare sempre più..
Evidentemente, il pessimismo che tendo a imprimere nei miei articoli, anche se quello in oggetto non è mio, fa sì che i miei utenti ne risentano, sulla base del “similis similem amat”, e si ritrovino immancabilmente in questo blog.
EliminaBenvenuta nel mondo dei disillusi.