giovedì 13 ottobre 2022

La notizia d'apertura con cui nessun telegiornale mai comincerà


Testo di 
Gabriella Dimastodonato

Questa foto fu scattata da Kevin Carter nel 1993 in Sudan. Successivamente si tolse la vita a causa della depressione. Tuttavia, è stato in grado di scacciare l'avvoltoio dopo che la foto fu scattata. L'avvoltoio affamato che aspetta l’ultima agonia del bimbo rappresenta il male nel mondo: il suo destino è il destino di tutti noi, affamati di verità ma nutriti da falsità velenose. Qui non c'è supremazia nera o bianca, solo l'emblema della realtà: il miserabile fallimento del sistema capitalistico consumistico che abbiamo creato e che solo pochi "folli" mettono in discussione. Ogni giorno mediamente muoiono oltre 30.000 bambini di fame. Se tutti i giorni i telegiornali aprissero con questa notizia (forse l'unica vera ed "importante"), nessun'altra tipologia di notizia in seguito desterebbe più interesse!

9 commenti:

  1. Più compiutamente : il fallimento dell'esperimento umano.....

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  2. Mi domando lo scriba dove viva, cose come queste diventano quotidianità in ogni dove, la differenza forse è nel coprire le proprie vergogne, quindi il bimbo nero nudo da più nell'occhio ma non è certo da meno del bimbo occidentale, che cominciano a subire la stessa sorte.

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    1. L'autrice dà per scontato che l'umanità sia incamminata verso un'evoluzione spirituale, che dovrebbe avere come priorità la lotta alla fame e alla miseria.

      Le sfugge, probabilmente, che la minoranza di ricchi e straricchi esistente al mondo, deve la propria ricchezza alla miseria e alla fame di milioni di esseri umani e quindi a nessuno, men che meno ai ricchi e agli straricchi, interessa risolvere il problema della fame nel mondo.

      Quelli che ne parlano o sono in buona fede o ne ricavano un vantaggio economico, nel momento in cui qualche ingenuo manda soldi alle ONG che dicono, a parole, di voler sconfiggere la fame nel mondo.

      Questo, secondo me, è lo stato delle cose.

      Se ho omesso qualche elemento, me lo si dica.

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  3. Mica solo in Africa esiste il problema e poi in Sudan ci sono oggi oltre 40 milioni di persone. Anche questo post fa parte del "sistema", il sistema atto ad individuare sempre problemi altrove.

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    1. Il commento è interessante, ma io sarei tenuto a cancellarlo, in quanto anonimo.

      E invece, chiedo gentilmente al suo autore di firmarsi.

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  4. Gli sventurati bimbi irlandesi, quelli nativi americani in Canada, preda delle grifagne mani delle suore cattoliche, che fine hanno fatto molti di loro? Vietato parlarne. O quasi.

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    1. Riguardo ai nativi canadesi, ho sentito la giustificazione secondo cui, trattandosi di cimiteri vecchi di almeno un paio di secoli, vi si trovava un gran numero di scheletri di bambini perché quelli erano anni in cui la mortalità infantile era elevata.

      Mia nonna materna, che ebbe 10 figli circa, ne ebbe almeno un paio deceduti e stiamo parlando degli inizi del Novecento.

      Riguardo agli irlandesi, morivano per la fame, tanto che Swift scrisse un libro satirico, proponendo di divorarli.

      Se poi c'erano anche cause politiche, come presumo, sarai tu a dirlo, che sei più ferrato di me in storia.

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  5. Alimentazione insufficiente, scadente, vestiario non appropriato per i freddi invernali, scarsa igiene, per non dire assente, provocavano morti a valanga negli orfanotrofi dell'epoca vittoriana. Basta leggere Oliver Twist di Dickens. Bimbi spesso abbandonati da famiglie indigenti. Stessa solfa ove affidati alle suore, forse peggio dato che in quei siti "religiosi" subivano pure violenze fisiche e sessuali... Gli irlandesi dovevano essere sfoltiti di numero, vuoi con carestie, emigrazioni forzate in America, decimazione dei bimbi relegati negli orfanotrofi. In Canada bosognava tenere sotto un certo livello il numero dei pellerossa, e quindi niente di più facile......

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    1. In Irlanda probabilmente c'era anche odio malcelato dei protestanti verso i cattolici.


      In Canada, la Chiesa cattolica si è prestata a proseguire il genocidio dei nativi americani, iniziato dagli anglosassoni con le guerre indiane della fine dell'Ottocento. In quest'ultimo caso il proverbio "L'inferno è lastricato di buone intenzioni" ci sta tutto!

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