Siamo entrati nell'epoca delle emergenze. Sanitarie, climatiche, energetiche, sessuali anche, per non farci mancare niente. I bla bla dei plutoscienziati e la cappuccetta rossa a cui abbiamo rubato l'infanzia (siamo ladri di pubertà e non lo sapevamo) ce lo ricordano di continuo; a me la piccoletta con le trecce e la faccia ingrugnita sembra più il lupo cattivo, ma vabbè, io non faccio testo. Ad ogni modo è bene prepararsi alle imminenti catastrofi. Prima o poi,dopo quella ambientale (se farà caldo o freddo non l'ho capito) arriverà e sta arrivando l'apocalisse energetica e io ci credo. Ci credo a tal punto che ho smontato i mobili di casa per approntare un falò in cucina, ho cominciato a razionare il cibo al cane per abituarlo a un metabolismo ridotto, mi lavo con i suoi antiparassitari e dovrò allenarmi a mangiare le crocchette. Di pollo perché sono più buone e le digerisco meglio, non hanno il retrogusto di sterco.
La macchina è destinata a passare gli ultimi giorni nel garage e sembra l'abbia capito, oggi aveva uno sguardo triste e la marmitta con un rigurgito di dignità non ha rombato ma scoreggiato proprio. La bicicletta no, preferisco muovermi a piedi e nel peggiore dei casi mi compro un asino. L'asino lo prediligo al cavallo, gli animali nobili non mi garbano. Quando arriverà l'urgenza alimentare potrò trasformarlo in bistecche con meno rimorso. Miliardi di mosche mangiano merda, un filantropo (e boh, oggi più fanno danni più sono filantropi) ha progettato una macchina che converte le deiezioni in acqua purissima. Quella che non solo fa fare tanta plinplin ma la contiene pure.
Non mi convince, ma questo è.
Più che scorte di scatolame con frequenza settimanale guardo il film Alive, quello con i passeggeri scampati all'incidente areo che si nutrono dei cadaveri. Comunque è roba educativa, didattica. Una fetta di culo non può far male. Poi (ma questa ve l'anticipo io) esaurito il repertorio delle catastrofi arriveranno le calamità sessuali. Fate scorte di bambole gonfiabili, sex toys, il tremoussoir (per l'isteria non si sa mai) e altro. Di pecore, anche perché la decrescita è in atto e torneremo alla pastorizia. Ajò.
Per me stavamo meglio prima. Prima che la televisione vi convincesse che la Terra è in pericolo e la minaccia siamo noi per il semplice fatto di esistere. Che poi a me questa cosa mi sta sui gioielli di famiglia, la vita la minacciano i cacciatori, i vili affaristi.
Proprio come la cappuccetta rossa a cui abbiamo rubato (quanto mi piace sentirmi il Lupin degli adolescenti rintronati) l'infanzia con la nostra esistenza fatta di cose normali.
E a proposito di normali, ce n'è rimasto uno nei posti che contano?
No, perché a me l'emergenza mi sembra quella ed è strettamente psichiatrica.
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