mercoledì 26 ottobre 2022

Il cantautore e il suo rapporto con l'energia elettrica


Testo di Fabrizio De André

Abbiamo passato 16 anni senza l'energia elettrica, in un rudere e con un generatore di corrente. Il generatore funzionava qualche ora al giorno, alla sera accendevo le candele; prima di dormire, per leggere avevo creato sul comodino una specie di cimitero di candele; quando con l'andare del tempo e la perdita di diottrie queste candele erano diventate veramente troppe ho buttato via i libri e ho imparato ad ascoltare la notte, a vedere senza bisogno della luce. Ho incominciato a muovermi attorno a casa con l'aiuto di pezzettini di carta bianchi che fissavo durante il giorno come punti di riferimento. Ora ci vedo bene di notte quanto di giorno e, cosa ancora più importante per un musicista, ho imparato ad ascoltare la musica della notte, i piccoli rumori. Senza l'elettricità ho imparato a conoscere più cose di quante ne avrei potute conoscere con la luce e lì ho incominciato a capire che tutti questi bisogni, queste necessità potrebbero essere solo la proiezione di bisogni indotti.

5 commenti:

  1. Mah!? Boh! Io sono, sarei, per la vita comoda, il più possibile, ovviamente per tutti... Un miliardario nel rUdere con le candele? Mah! Boh? RIP.

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    1. Probabilmente, anche De André amava le comodità, ma non gli piaceva il potere centrale, che gestisce l'energia, che la distribuisce ai sudditi e che prova anche a gestire la loro vita.

      Era un anarchico, forse, da questo punto di vista.

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  2. Anche io sono per le (piccole) comodità.
    Ovviamente, senza gli sprechi, perchè sono una ostentazione inutile e danneggiano l'ambiente; ma insomma.. si vive una volta sola.

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  3. Un miliardario in Lire laido ed anche bugiardissimo come la tarata moglie!!!

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