Gabriella Franca Crivellari: Bello el faral rosso taca’ al muro. (Lume). Sulla mensolina, la cassetta del sale grosso. Bellissima foto, ricorda ciò che eravamo, già avere le piastrelle bianche era qualcosa in più.
Stefano Pumilia: Tra poco iniziamo così.
Anna Razzanelli: Penso la stessa cosa, forse torneranno anche i valori di cui tutti parlano, che ne hanno nostalgia, ma dei quali non v'è traccia da nessuna parte.
Rita Caccamo: Quanto amore che c'era in queste cucine, tanta nostalgia di mia nonna, uscivano pietanze che non vi dico.
Giovannina Fontana: Quanti ricordi vicino a quelle stufe, era così bello. C’era poco e niente, ma c’era tanto amore e affetto.
William Marinelli: Nella casa dei nonni c'era il treppiede basso per le pentole piccole e quello alto per l'acqua da tenere sempre pronta. Ora ce l'ho io in giardino, con un vaso sopra.
Anna Autuoro: Nostalgia di un tempo con tanti valori umani.
Carmela Folino: Anche mia nonna ce l'aveva così, ci tornerei volentieri indietro in quei tempi, favolosi e pieni d'amore.
Pierangela Fantasia: Lugubre, ma purtroppo eravamo poveri e le nostre nonne non avevano balle per la testa.
La nonna mi mandava a comperare il sale e lo zucchero all'appalto, dalla Fosca. Il sale nella carta gialla, lo zucchero in quella azzurrina, donde il color "carta da zucchero". Fine anni 50,sembra un secolo fa, estrema periferia di Firenze, non Nuova Delhi o Calcutta...
RispondiEliminaLa nonna le piastrelle bianche non le aveva, ma anche io mi ricordo della cassetta inchiodata al muro, anzi due. Una per il sale, l'altra per i fiammiferi familiari. Chiamati zolfini.
Per andare a Firenze, così chiamavamo noi la periferia moderna ed il centro storico, ci volevano 25 minuti di autobus. Quelli col motore accanto al manovratore, rumorosissimo, la carrozzeria, i vetri ed i sedili tremavano tutti, lo sventurato autista quando doveva curvare si sbracciava e dimenava come un forsennato. I bus non avevano ancora il servosterzo...
In pochi anni, se non mesi, tutto cambiò quasi uno stop and go, un reset in corso d'opera. Le strade ancora sterrate cominciarono a popolarsi di vespe, lambrette, motociclette di piccola cilindrata,carrette a motore... Uno dei miei zii aveva comperato a rate la Mondial 125 nera listata di bianco. 3 volte campione del mondo, vi era scritto sul serbatoio, vicino al tappo della benzina. Mi portava a volte a far dei giri. Mi mancano i giri, mi manca la Mondial. Mi manca lo zio Ilio che era un galantuomo. E mi voleva bene.
Bellissimo e nostalgico "Amarcord".
EliminaLa nonna e lo zio, nell'immaginario di un bambino, erano due super eroi, figure mitiche.
Le strade sterrate, contornate di alberi, in un paesaggio di colline ondulate per le quali la Toscana è famosa.
Poi, arrivò l'asfalto, per rendere la vita facile ai guidatori di vespe e lambrette.