sabato 8 ottobre 2022

L'inalienabile principio della trasformazione


Testo di Gabriella Dimastodonato

Un ultimo sguardo al padrone prima del macello. Mariolino era un capretto tutto nero, con gli occhi vispi e due graziosi cornetti. Un giorno, l’incontro con un Artigiano, Cacciatore, "Ambientalista Coscienzioso"... "Amante Degli Animali", un certo Gino Sommariva che, visto Mariolino, lo portò a casa. Mise il piccolo in un recinto coperto ricavato all’interno dell’orto, dove c'erano altre capre, conigli, e galline. In tre anni, Gino e Mariolino divennero amici e il piccolo capretto ricevette affetto dall'uomo che diventò il suo sostegno, il suo punto di riferimento. Tre anni in cui Mariolino si sentì "protetto" e "amato". Purtroppo un paio di settimane fa, Gino decise di fare un discorso a Mariolino. Gli parlò della vita, del destino, dell’equilibrio che governa la natura. E degli animali... sia liberi che in cattività. Insomma, Gino aveva deciso la tragica sorte di Mariolino: il macello! L'uomo, nella sua visione assurda della vita e della morte, si era raccomandato con il boia che Mariolino fosse abbattuto "senza sofferenze"! E non gli costò poi molto agganciarlo a una fune e metterlo sul furgone. Una volta al macello liberò il capretto e si allontanò, certo di aver fatto la cosa giusta. Mariolino, invece, libero dalla fune, rincorse il padrone e gli si affiancò guardandolo un'ultima volta negli occhi. La sua era una muta domanda colma di rassegnazione. Gino si chinò per accarezzarlo e, parlandogli come ad un amico, gli disse che avrebbe dovuto morire da eroe. Mariolino, secondo la filosofia di Gino, ha goduto di un "inalienabile diritto alla trasformazione”. La sua carne frollata e unita a della carne di maiale è stata insaccata. “Ma le salsicce di Mariolino sono solo uno degli anelli del ciclo di trasformazione a cui tutto è soggetto”, conclude Gino.

2 commenti:

  1. Bisogna avere l’intestino retto al posto del cuore per ragionare come questo tizio. Giulia R.

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    1. Brava! Ed è ancor poco, maledetti assassini!
      Paolo

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