domenica 2 ottobre 2022

Qualche Demiurgo maligno si beffa delle nostre esistenze


Pochi giorni fa sono stato redarguito da una animalista seria, che conosco da anni e che stimo, la quale mi contestava la pratica di catturare insetti e piccoli animali, detenerli in terrario per poi liberarli dopo averli fotografati. Ne ho dato contezza QUI. Oggi, esco di casa per la consueta passeggiata, con Pupetta sul cestino della bici e, proprio davanti al portone di casa, trovo una mantide spiaccicata da una macchina. Forse è una delle “mie”. Dunque, viviamo in una realtà in cui gli animali vengono uccisi ogni momento in quantità enormi, sia deliberatamente (oggi, domenica, li avrete sentiti anche voi gli spari dei cacciatori), sia involontariamente (l’automobilista non se ne sarà neanche accorto, giacché non sono tutti come me che guardano meticolosamente il nastro d’asfalto, di giorno e di notte, su percorsi extraurbani). E allora io mi chiedo: vale la pena discutere su questioni squisitamente etiche, riguardo ai rapporti che intratteniamo con gli animali, se poi basta un attimo, una macchina di passaggio, e l’oggetto del contendere, la mantide, diventa una piccola masserella di materia organica priva di vita? Questo principio, ovviamente, vale anche per noi, che ci ergiamo a giudici dei comportamenti altrui, anche quei comportamenti che dovrebbero avere delle giustificazioni, o delle attenuanti, come nel mio caso. In Friuli c’è un detto: “Uè i sin, doman forsit!”, oggi ci siamo, domani forse. A me piace fare fotografie agli animali. Provo un piacere estetico nel farlo. La preziosa collaborazione di Francesco moltiplica questo mio piacere che, lo riconosco, è egoistico, possessivo e non segue le direttive ortodosse dell’animalismo. Così è, se vi pare! Pirandellianamente.

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