Due fantasmi si aggirano per l’Europa: il fanatismo islamico e
la prepotenza negroide. Il primo viene ad incunearsi in un contesto
sociale laico e moralmente degradato e lo fa volendo imporre rigide,
e per noi assurde, norme teocratiche. La seconda, la prepotenza dei
negri, viene ad incunearsi in un contesto sociale senile e remissivo
e lo fa con tutta la forza del suo vigore fisico e testosteronico. In
questo caso, quando bianchi e neri entrano in contatto, c’è anche
un pizzico di pregiudizio in entrambe le parti, più da parte dei
neri che da parte dei bianchi, a dire il vero, giacché la storia
africana che ha caratterizzato gli ultimi secoli è improntata al
razzismo, con i bianchi caucasici che si reputavano superiori alle
popolazioni negroidi. Questo i migranti lo sanno, e ne soffrono. In
realtà, le cose il più delle volte non stanno così. Il bianco
esige dal negro solo il rispetto delle regole, niente di più, niente
di meno. Se una certa zona è interdetta al traffico veicolare, lo è
per tutti, bianchi e neri. Non c’è razzismo in questo e se il
migrante viene allontanato e si arrabbia, lo fa solo per la sua
ingenuità intrinseca. Non bisogna vedere a tutti i costi il
razzismo, ovunque. Io non mi sognerei mai di dare del razzista a un
vigile urbano. Magari qualche altro epiteto, ma razzista no.
Nessun commento:
Posta un commento