Testo di Lorenza Poloni
Ho lavorato 10 anni in Germania. Nulla, dico nulla, a parte
gli affetti rimasti qui, poteva spingermi a tornare. Ma sono
tornata. A fare la fame e a vedere mio padre con l'attività ancora
aperta da 30 anni, farsi venire l'infarto. 30 anni così. Di
vessazioni. Studi di settore improponibili, oltre ovviamente
alle minacce di agenzia delle entrate, guardia di finanza e aguzzini
vari per una piccolissima ed onesta impresa come la nostra. Tralascio
il discorso tasse, già ampiamente citato nei commenti. Fare
impresa in Italia è impossibile, specie in alcune zone dell'Italia
dove il martello sull'incudine batte di più. Tra qualche mese spero,
se tutto va bene, di andarmene in Carinzia. Germania, Austria,
Svizzera, etc, non sono paradisi terrestri del fisco, anche lì ci
sono tasse e obbligazioni varie, ma tutto è ragionevole, onesto,
infinitamente più vantaggioso per avere una vita semplice e serena.
Lì se vuoi fare impresa i Land ti accolgono a braccia aperte. Da
decenni ormai aziende europee non investono più in Italia. Nel
frattempo però noi continuiamo ad importare povertà dall'Africa. Ed
è per questa povertà che soprattutto l'imprenditoria e l'edilizia
italiana hanno pagato, in primis, un prezzo tanto alto.
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