giovedì 27 luglio 2017

Una mortale partita a scacchi


Nella partita a scacchi dell’immigrazione, sulla scacchiera di recente si è mosso un pezzo da novanta, Tito Boeri, il cassiere degli italiani che, stando vicino alle casse del denaro, ovvero al re e alla regina, potrebbe essere paragonato all’alfiere, riverito e temuto. Con un balzo inaspettato attraverso la scacchiera, Boeri è venuto allo scoperto, si è visto da che parte sta, non propriamente da quella dei cittadini, e l’ha sparata grossa. Ha detto una cosa che già Librandi, cervello da gallina, andava propagandando in televisione: i migranti che lavorano ci pagheranno al pensione. Ve l’immaginate il cingalese con il negozietto di frutta e verdura, venuto a sostituire quello del pizzicagnolo italiano, che contribuisce alle pensioni dei nostri vecchi? Io non vado mai a fare la spesa dai commercianti stranieri, ma siamo sicuri che rilascino lo scontrino? Ho qualche dubbio! E poi, cos’è quella storia che, dopo dieci anni di residenza in Italia, lo straniero può far venire i genitori anziani che si fanno dare la pensione e tornano a godersela in patria? Davvero capitano cose assurde di questo genere? Temo di sì. In un paese come l’Italia, parassitato dal Vaticano, mi aspetto questo ed altro. “E io pago!”, si lamentava Totò in un suo famoso film.


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