Fonte: Così parlò Zarathustra
Vi siete mai domandati perché il salafimso e lo stesso Alqaeda
non hanno dato, mai e poi mai, vera importanza al più grande
problema per i tutti musulmani del mondo, sia che essi siano Sunniti
o Sciiti, vale a dire alla Palestina e ai palestinesi, traditi da
sempre da una parte precisa del mondo islamico; dai Wahabiti, i quali
fanno tutti capo alla famiglia reale saudita? Con
miliardi e miliardi di dollari e euro depositati nelle banche degli
ebrei o sprecate a comprare armi dall'occidente, armi che non sanno
nemmeno usare e perciò hanno bisogno della presenza dei militari,
in particolare degli americani, per garantirsi una difesa, avrebbero
potuto mettere i palestinesi alla pari degli israeliani almeno dal
punto di vista logistico, dell'appoggio politico e fornitura di armi, ma
non lo hanno mai fatto anzi, la Casa Reale Saudita è stata
l'appoggio a tutti i governanti corrotti arabi amici di Israele e
dell'America. Volete sapere perché ?
Dal
blog Amnotyours,
di Erminia Scaglione:
Secondo quanto riferito, i monarchi sauditi e la loro religione
wahabita hanno origini ebraiche. Wayne Madsen ha scritto sulle
connessioni ebraiche all’Arabia Saudita. (Mi pare di capire, e desidero continuare - i
‘DONMEH’ (i CRYPTO ebrei): Le
connessioni della casa Reale Saudita )
Secondo Madsen:
L’Impero turco ottomano, che comprendeva parti chiave
dell’Arabia Saudita, aveva un sacco di cripto-ebrei (ebrei che
fingevano di essere musulmani) questi cripto-ebrei (chiamati anche
Donmeh) hanno collegamenti con la famiglia reale saudita e la
religione Saudita. I Sauditi seguono la forma wahhabita
dell’Islam. Secondo quanto riferito, il fondatore della setta wahhabita
Saudita dell’Islam, Muhammad ibn Abdul Wahhab, era un
cripto-ebreo. Una relazione dell’intelligence irachena,
datata 2002 e pubblicata nel 2008 dalla US Defense Intelligence
Agency, punta sulle radici ebraiche dei Wahhabis.
Il rapporto utilizza le memorie di un tal sig. Hempher, una spia
britannica che sosteneva di essere un azzero. Nella metà del
XVIII secolo, Hempher prese contatto con Wahhab al fine di istituire
la setta wahabita. Secondo quanto riferito, lo scopo della setta
wahabita era di portare una grande rivolta araba contro gli
Ottomani e spianare la strada per uno stato ebraico in Palestina. Le memorie di Hempher sono raccontate dallo scrittore ottomano
Ayyub Sabri Pasha nella sua ricerca storica del 1888, “Inizio e diffusione del Wahhabismo”. Nel suo libro "Gli ebrei Dunmeh", Mustafa Turan scrive che il nonno di quel Wahhab, Tjen
Sulayman, era in realtà Tjen Shulman, un membro della comunità
ebraica di Bassora, in Iraq. Nel suo libro, “Gli ebrei Dunmeh
e l’origine del Wahhabismo in Arabia Saudita”, Rifat Salim Kabar
rivela che Shulman si stabilì in quella che oggi è l’Arabia
Saudita, dove suo nipote, Muhammad Wahhab, fondò la setta
wahabita dell’Islam.
Il rapporto dell’intelligence irachena dichiara che Shulman era
stato bandito da Damasco, dal Cairo e dalla Mecca per sua
ciarlataneria. Il libro di Abdul Wahhab Ibrahim al-Shammari, “Il Movimento
Wahhabita: La Verità e le Radici”, stabilisce che Re Abdul Aziz
Ibn Saud, il primo monarca saudito, discendeva da Mordechai bin
Ibrahim bin Moishe, un mercante ebreo di Bassora. Secondo il libro, Moishe cambiò il suo nome e accasò
facendolo sposare suo figlio con una donna da una tribù Saudita. Il
rapporto dell’intelligence irachena rivela che il ricercatore
Mohammad Sakher è stato oggetto di un omicidio mirato saudita che lo
ha eliminato per il suo esame sulle radici ebraiche dei Sauds. Nel libro di Nasir ha detto, ‘La storia della famiglia Saud’,
si è sostenuto che nel 1943, l’ambasciatore Saudita in Egitto,
Abdullah bin Ibrahim al Muffadal, pagò Muhammad al Tamami per
forgiare un albero genealogico, mostrando che i Sauds ed i Wahhabs
erano una famiglia che discende direttamente dal profeta
Maometto. All’inizio della prima guerra mondiale, un ufficiale
britannico ebraico, David Shakespeare, si incontrò con Ibn Saud, che
divenne il primo monarca saudita.
Shakespeare più tardi fu al comando di un esercito saudita che
sconfisse una tribù che si opponeva a Ibn Saud. Nel 1915, Ibn
Saud incontrò l’inviato britannico nella regione del Golfo, Bracey
Cocas. Cocas fece la seguente offerta al Ibn Saud: “Credo che questa
sia una garanzia per la vostra resistenza al potere, così come è
nell’interesse della Gran Bretagna che gli ebrei abbiano una patria
ed un'esistenza, e gli interessi della Gran Bretagna sono, in tutti i
sensi, nel vostro interesse”. Ibn Saud rispose: “Sì, se il mio riconoscimento significa tanto
per voi, riconoscono mille volte la concessione di una patria per gli
ebrei in Palestina o diversa dalla Palestina.” Due anni più tardi, il Segretario degli Esteri Inglese Lord
Balfour, in una lettera al barone Walter Rothschild, un leader dei
sionisti britannici, dichiarò: “Il governo di sua Maestà vede con
favore la costituzione in Palestina di una sede nazionale per il
popolo ebraico…” La trattativa di istituire Israele ha avuto l’appoggio del
leader turco Kemal Ataturk, che è stato riferito anche lui come un
cripto-ebreo. Nel 1932, i britannici misero Ibn Saud al potere come re
dell’Arabia Saudita. I Sauds fecero del wahhabismo la religione di stato dell’Arabia
Saudita.
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