Fonte: La Nazione
Lucca, 25 luglio 2017 - «Quanti
sono i casi di ospitalità
in famiglia per i migranti richiedenti asilo a Lucca secondo
il progetto regionale? Beh, per ora non ce ne sono». «Zero?».
«E’ un po’ crudo a dire così, forse è meglio se ne parla con
qualche esponente politico...». Telefonate e rinvii. Nulla di fatto
e promesse di richiamare andate a vuoto negli uffici regionali. Ci
sono volute due settimane, ma il risultato non è cambiato: a
Lucca, ma anche in Toscana, nessuno ha accolto immigrati in
casa secondo
il percorso individuato dalla Regione circa un anno fa. Lo
conferma il consigliere
regionale di Fratelli d’Italia, Giovanni Donzelli,
che già nel 2016 aveva duramente criticato l’iniziativa,
sottolineando che era rivolta solo agli stranieri e non agli italiani
in difficoltà. «Non è stato facile avere la conferma – spiega
Donzelli – ma a Lucca non ci sono casi di accoglienza. Così anche
nel resto della Toscana, con l’eccezione
di un caso in provincia di Firenze che attende comunque il via libera
della prefettura.
Diciamo che il governo regionale riesce a far fallire anche le idee
demagogiche e surreali che produce. Forse
il flop è dovuto al fatto che le loro cooperative amiche non ci
guadagnano: è un
progetto che si è impantanato nella burocrazia, ma a loro interessa
fare business». Nonostante il muro imbarazzato della Regione, il
flop appare piuttosto evidente.
Il programma di
accoglienza da parte di famiglie, privati cittadini e proprietari di
strutture ricettive, di extracomunitari richiedenti protezione
internazionale, secondo
quello che la giunta Rossi definisce «il modello toscano di
accoglienza diffusa», che
aveva un numero telefonico dedicato e del personale assegnato, non
ha convinto neppure un lucchese.
Eppure siamo la capitale del volontariato. Passino le marce a piedi
nudi di solidarietà, a cui parteciparono anche assessori e altri
amministratori pubblici, ma niente case, né accoglienza in
appartamenti: «Accoglienza
migranti», da qualunque lato si veda, è un flop,
certificato dall’imbarazzo e dalle reticenze degli stessi
funzionari regionali. Nell'autunno scorso,
dalle nostre parti, qualcosa
si era mosso, almeno a livello di richiesta di
informazioni: un’ipotesi
per un appartamento a Lucca e una a Bagni di Lucca. Minima la
risposta anche per quanto riguardava i richiedenti asilo da ospitare
tra le mura domestiche e ai quali si dovrebbe garantire vitto,
alloggio e la pulizia dei panni. Su
una popolazione di 390mila persone, in tutta la provincia, si erano
fatti vivi in 5: una
famiglia a Viareggio, una a Bagni di Lucca, tre a Lucca. Numeri
minimi, destinati a toccare quota zero al momento di stringere.
Niente da fare.
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