Fonte: Il Fatto quotidiano
La missione Defend
Europe è
partita male: dopo
la sosta prolungata a Suez,
arriva un altro stop forzato. La C-Star,
l’imbarcazione battente bandiera del Djibouti noleggiata
dagli identitari per ostacolare i salvataggi dei migranti da parte
delle ong a largo delle coste libiche, è ferma a Famagosta,
nell’area occupata di Cipro.
Questa volta però non è una sosta tecnica: secondo Faika
Deniz Pasha,
avvocato della Refugees
Rights Association,
unica organizzazione che si occupa dei migranti a Cipro Nord, i
9 componenti europei dell’equipaggio sono stati arrestati in
mattinata con l’accusa di aver contraffatto i documenti di 20
cittadini cingalesi che
erano a bordo con loro; 5 di questi, una volta a terra,
avrebbero richiesto tutela internazionale e riferito alle
autorità turco-cipriote di aver pagato
per salire sulla
nave. Lorenzo
Fiato,
portavoce italiano di Generazione
Identitaria,
filiale italiana di Defend
Europe, contattato per
un commento da IlFattoQuotidiano.it non
è risultato raggiungibile.
Ancora non è chiaro per
quale motivo Defend
Europe abbia
scelto proprio Cipro come attracco, non proprio una destinazione
sulla rotta di Catania,
dove la C-Star era attesa la scorsa settimana. Il quotidiano
britannico The
Independent notava
questa singolare incongruenza già lunedì analizzando il
sito marinetraffic.com:
secondo il portale, che fornisce informazioni in tempo reale sui
percorsi delle imbarcazioni in mare, C-Star aveva chiesto in
mattinata di entrare a Famagosta. La motivazione? Stando alla stampa
turco-cipriota, il capitano aveva presentato la nave come una
un’imbarcazione di assistenza Ue per il salvataggio dei
migranti.
Tesi credibile, probabilmente,
per la capitaneria di porto locale, che aveva dato il via libera
all’attracco ma senza possibilità di ulteriore verifica: Famagosta
infatti, si trova nella sedicente Repubblica
turco-cipriota, uno
stato riconosciuto solo da Ankara che
non ha rapporti ufficiali con nessun altro paese: laggiù non si
applica la Convenzione di Dublino, non c’è scambio di informazioni
con altri Stati dell’Unione Europea, né arrivano le indagini
dell’Europol.
Un luogo perfetto, quindi, per passare inosservati. E invece è
bastato che i due principali quotidiani di informazione
locale, Kibris
Postasi e Yeniduzen
Gazetesi lanciassero
la notizia perché in poche ore il tam tam trasformasse per gli
identitari da tranquilla sosta di basso profilo in una seria
grana: dalla C-Star sono scesi i 9
europei dell’equipaggio,
incluso il proprietario Sven Tomas Egerstrom, e
20 cittadini dello Sri
Lanka,
ufficialmente membri in prova dell’equipaggio. Gli europei
avrebbero detto alla capitaneria di porto che l’addestramento era
concluso e i cingalesi erano pronti a tornare a casa in aereo. Poi il
colpo di scena: qualcuno di loro ha cambiato idea e, una volta in
aeroporto, ha presentato domanda d’asilo: “Avevano raccontato
di essere saliti volontariamente a bordo nel Djibouti”, spiega
a IlFattoQuotidiano.it Pasha,
avvocato turco-cipriota allertata per la possibile presenza di
migranti, “ma la storia non era convincente.”
Quindici dei 20 cittadini
cingalesi hanno lasciato il Paese, mentre i restanti 5 hanno
mantenuto il punto: il viaggio non
è stato un addestramento.
“L’equipaggio avrebbe garantito un passaggio in Europa al costo
di 10mila euro
a testa“, dice
ancora l’avvocato. Un fatto è certo: la documentazione dei 20 non
è in regola e il pubblico ministero turco-cipriota ha deciso per
questa ragione il fermo dei nove europei. Cosa può succedere ora?
“Nella Repubblica turco cipriota non esiste un reato specifico per
lo sfruttamento di esseri umani – spiega ancora Faika Deniz Pasha –
ma non è escluso che il magistrato scelga di trattenerli più a
lungo. L’ipotesi più probabile – tuttavia – è che vengano
dichiarati ospiti
non graditi ed
espulsi”, conclude.
Defend Europe si
difende: “Cingalesi corrotti dalle ong” –
Questa la versione dei fatti dell’organizzazione: “Come parte
della missione Defend Europe – si
legge in una nota pubblicata su Twitter –
abbiamo noleggiato un’imbarcazione, la C-Star, che ha salpato
diversi mari e oceani. Il suo equipaggio è composto da persone
di diversa nazionalità, fatto molto comune nel mondo marittimo. A
bordo, secondo la compagnia, vi erano 20 apprendisti marinai. I
suddetti hanno pagato per fare miglia su quella nave al fine di
convalidare il loro diploma. Una pratica comune, del tutto legale.
Questi marinai dovevano
inizialmente sbarcare in Egitto, ma non è stato possibile. Dunque
hanno approfittato del fatto che la nave passasse a Cipro per
scendere definitivamente e tornare a casa. Da quanto ci è
stato riferito dall’aeroporto, gli apprendisti stavano per tornare
nel loro paese d’origine quando alcune ong gli hanno
offerto di restare in Europa e di richiedere asilo a Cipro, facendo
loro promesse e donandogli
soldi. Quindici
di loro hanno rifiutato, tornandosene a casa, mente altri cinque
si sono fatti corrompere e
ora stanno costruendo false accuse contro il proprietario della nave.
Queste pratiche scandalose confermano che le ONG sono pronte a
qualsiasi cosa al fine di non permetterci di far luce sulla
situazione nel Mediterraneo.
Purtroppo queste manovre
ritarderanno ulteriormente la partenza e l’arrivo della C-Star da
Cipro, ma non ci fermeranno mai dal raggiungere la costa
libica al fine
di svolgere la nostra missione. Ricordiamo inoltre che metodi
calunniatori e diffamanti di questo genere sono già stati utilizzati
per impedire alla C-Star di passare il Canale di Suez. Tutte le
accuse erano ovviamente false e la barca era stata solamente
ritardata dal tempo che ci è voluto per dimostrare la falsità di
tali e predette calunnie. Noi vogliamo muoverci in accordo con
la legge, attendere il risultato delle investigazioni e nel frattempo
ci prenderemo il tempo necessario per far partire la missione nel
migliore dei modi. Defend
Europe continua!”.
Nessun commento:
Posta un commento