martedì 25 luglio 2017

Poliziotti che abbisognano di rieducazione


Testo di Paolo Sensini


Come noto in Italia nel pubblico impiego si è visto di tutto e di più: un esempio d'inefficienza e fancazzismo burocratico-istituzionale come pochi altri al mondo. Un apparato pachidermico che drena somme gigantesche senza dare nulla, o quasi, in cambio. Ma nonostante ciò è un caso più unico che raro che qualcuno venga licenziato o sospeso dal servizio, anche in presenza di fatti di conclamata gravità. Evidentemente va bene così. Se però un poliziotto s'azzarda a fare un breve video e commentare la biciclettata in autostrada di una "risorsa boldriniana" fuori dai canoni del politicamente-mediaticamente corretto, ecco che viene sospeso all'istante dal servizio e gli dimezzano pure lo stipendio (da € 1.500 a € 750 nel giro di un giorno). Un fatto inaudito, la cui celerità d'intervento ha qualcosa d'eccezionale. Ma le cose non avvengono mai per caso. Chi osa incrinare la narrazione sui profughi immaginari sponsorizzata dai politici del quartierino deve essere subito sanzionato, tanto più se va contro la volontà dei suoi datori di lavoro politico-istituzionali. "Colpirne uno per educarne cento", diceva Mao Zedong poi ripreso dalle Brigate Rosse, e questi la lezione l'hanno imparata a meraviglia.

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