Testo di Paolo Sensini
Come noto in Italia nel pubblico impiego si è visto di tutto e di
più: un esempio d'inefficienza e fancazzismo
burocratico-istituzionale come pochi altri al mondo. Un apparato
pachidermico che drena somme gigantesche senza dare nulla, o quasi,
in cambio. Ma nonostante ciò è un caso più unico che raro che
qualcuno venga licenziato o sospeso dal servizio, anche in presenza
di fatti di conclamata gravità. Evidentemente va bene così. Se però
un poliziotto s'azzarda a fare un breve video e commentare la
biciclettata in autostrada di una "risorsa boldriniana"
fuori dai canoni del politicamente-mediaticamente corretto, ecco che
viene sospeso all'istante dal servizio e gli dimezzano pure lo
stipendio (da € 1.500 a € 750 nel giro di un giorno). Un fatto
inaudito, la cui celerità d'intervento ha qualcosa d'eccezionale. Ma
le cose non avvengono mai per caso. Chi osa incrinare la narrazione
sui profughi immaginari sponsorizzata dai politici del quartierino
deve essere subito sanzionato, tanto più se va contro la volontà
dei suoi datori di lavoro politico-istituzionali. "Colpirne uno
per educarne cento", diceva Mao Zedong poi ripreso dalle Brigate
Rosse, e questi la lezione l'hanno imparata a meraviglia.
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