I miei acquari

Salvare i pesci dall’asfissia, quando c’è siccità e rischiano di morire nelle pozze che vanno prosciugandosi, non è un’azione eccezionale, giacché la sanno fare anche i pescatori. Ma oggi mi è capitato di fare esattamente questo: una pozza, ai piedi di un pilone che sorregge un traliccio dell’alta tensione, in mezzo al fiume, piena di piccoli pesci, sanguinerole e altri. Con un semplice guadino, ne ho...pescati quanti più possibile, e siccome mi piace unire l’utile al dilettevole, li ho messi in uno dei miei acquari, ricavandone il seguente video. Poiché mangiano senza problemi, li terrò un po’ più del solito, per ricavarne quel godimento che solo un naturalista sa sperimentare, o forse anche – a modo loro – i pescatori. Gli esemplari in oggetto, che attiravano aironi e garzette proprio per la facilità con cui li si poteva catturare, sono chiamati Sanguinerole (Phoxinus phoxinus) e ricavano il loro nome dal fatto che, una volta all’anno, in primavera, durante gli accoppiamenti, i maschi tingono di rosso sangue le labbra e il ventre, probabilmente come richiamo sessuale per le femmine. Se dovessi accorgermi che è in atto la deposizione delle uova, sarebbe interessante dal punto di vista documentaristico, ma sarebbe un problema a causa dei conspecifici famelici, che potrebbero nutrirsene. Potrei tentare, al limite, di separare le coppie in procinto di riprodursi, mettendole in un altro recipiente. Vedremo. Meno stanno sotto il controllo umano, e meglio è.