Paolo Testi: Siamo tanto scemi che abbiamo pagato gli agricoltori per non produrre grano per importarlo, siamo tanto scemi che buttiamo le nostre arance per comprarle in Spagna, siamo tanto scemi che buttiamo il nostro olio per comprarlo in Tunisia, siamo tanto scemi che abbiamo chiuso le centrali nucleari per importare energia dalla Francia, prodotta con centrali nucleari a 30 km dai nostri confini, siamo tanto scemi che affamiamo le nostre aziende e lavoratori per importare le schifezze dalla Cina. Siamo tanto scemi che non abbiamo una banca centrale che stampa moneta. Potrei continuare ma mi fermo. Pare che adesso vogliano incentivare la produzione di grano in casa nostra. Abbiamo distrutto l'agricoltura e con essa il territorio, con conseguenti frane, allagamenti e boschi che si sono presi i terreni coltivabili, abbiamo distrutto l'economia comprando da stati ove non esistono diritti umani e i bambini lavorano per un tozzo di pane. Abbiamo fatto affari con stati canaglia e banche "strane" anche all'interno della comunità europea. Siamo scemi e basta, ma non i potenti, noi poveri disgraziati. Io continuo a potare i miei ulivi e forse quando sarà ora seminerò il grano. Intanto mi faccio l'orto da anni. Siamo tanto scemi che mi rimane difficile capire come facciamo ad esserlo. Eppure lo siamo.
Vittorio Scialpi: E c'è ancora qualcuno che parla di sovranismo.
Me: E' proprio il sovranismo che si contrappone al globalismo, ben evidenziato nel testo. L'autore comunque se la prende con le vittime e non con i carnefici. Avrebbe infatti potuto concludere che le politiche economiche adottate dal nostro governo abusivo vengono prese proprio per colpire i consumatori, poiché è stato dato un ordine dall'alto di distruggerci come nazione. Il testo di Paolo Testi è perciò incompleto e lacunoso.
Vittorio Scialpi: Appunto, il sovranismo è stato un surrogato, mal riuscito del nazionalismo. Infatti la sua contrapposizione al globalismo, non ha spostato di una virgola gli interessi dal capitale e delle multinazionali verso le classi lavoratrici e produttive. Il limite del sovranismo è l'acquiescenza totale al modello del mercato comune finanziario e alla tutela di interessi secondari di facciata, in realtà danno una mano alla fine della sovranità nazionale. Così ne discende che avremo un impoverimento e inflazione costante e una subordinazione dei nostri interessi nazional popolari e del lavoro.
Me: Temo di non capire il suo ragionamento. Forse attribuiamo significati diversi al termine "sovranismo". Per me significa essere padroni a casa nostra, concetto caro ai friulani. In pratica, non dover sottostare alle imposizioni delle multinazionali, ma tendere piuttosto verso l'autarchia produttiva e alimentare. In altre parole, non abbiamo bisogno di mangiare manghi e ananas. Del resto, anche la Macrobiotica dice la stessa cosa.
Vittorio Scialpi: E' semplice, quello che lei chiama sovranismo è quello che io chiamo nazionalismo. Quello che alcuni partiti dicono di essere è un'altra cosa e si tocca con mano.
Me: Dei partiti e di ciò che promettono non mi curo più da molti anni. C'è secondo me una struttura di base con idee chiare e condivise dalla gente, su cui i partiti si avventano come avvoltoi, finché gli fa comodo.
Gianfranco Ruggiero: Vittorio Scialpi, d'accordissimo. Il neoliberismo imposto da "potenze straniere", ha fatto smembrare l'IRI e svendere le Aziende pubbliche che mettevano al centro la persona. Una volta privatizzate, al centro è stato messo il profitto. La perdita della sovranità monetaria ha fatto il resto. E' stata creata una moneta con larghe risate e grossa soddisfazione dagli stessi che avevano svenduto il potere industriale.
Vittorio Scialpi: La persona, il cittadino, l'elettore, ormai è da perseguire come essere pensante. E' considerato un nemico, capace di aggregarsi e di mettere in discussione il pensiero unico e il capitale. Il re è nudo ma, guai a dirlo, potrebbe essere cacciato a pedate. In realtà quello che li terrorizza è il fatto che, in modo trasversale, incomincia a esserci molta gente che scopre di avere pensieri in comune.
Devo dire che anch'io ho capito poco del contorto ragionamento di Vittorio Scialpi , anche se in alcuni tratti dice delle verità.
RispondiEliminaChe il "sovranismo" sia un ennesima etichetta da affibiare ad minchiam ( citazione di Franco Scoglio , compianto allenatore di calcio ) è evidente , infatti viene usata secondo convenienza , un capo per tutte le sragioni.
Quindi per logica si dovrebbe uscire dalle etichette e guardare al concreto , e nel concreto contrastano tanti interessi e visioni diverse , e l' Italia degli individualismi primeggia in questa disciplina.
Punto debole ma anche àncora di salvezza ; troviamo sempre il modo per uscirne , non saremo mai dei soldatini come gli asiatici , Cina in primis , a meno che non riesca la sostituzione etnica che stanno portando avanti cosi celermente.
Probabilmente, l'idea di sovranismo è stata usata così a lungo dalla Lega di Salvini, che molti hanno finito per associarla indissolubilmente a quel partito e solo a quello (forse anche alla Meloni), cosicché, scoperta la natura infida del Capitano, è venuto meno anche il rispetto verso l'idea di sovranismo.
EliminaSpero che questo mio ragionamento non sia troppo contorto.
io andrei piu' cauto nel definire scemi "tutti" gli italiani
RispondiEliminaper i fatti elencati. Ma fra questi i piu' scemi sono quelli che non ha citato il Testi . Ovvero quelli che inneggiano di fronte a quegli imprenditori che si sono arricchiti vendendo vetture in Canada o in Tunisia o in Olanda importando grano pomodori in serra e olio non dicendoci che gli scambi internazionali vengono pattuiti dal "baratto ". In prodotto reimportato ci viene venduto dalle stesse mani che hanno esportato , si chiamano " multinazionali" non lo sapevi Testi-na ??. E qui ci siamo
nel definire scemi certi italiani e meglio sudditi rincoglioniti che di fronte ad un El-Can qualsiasi o ad un
Jeff Bezos senza scrupoli li venerano come degli dei...come dei salvatori manca solo la lacrima benevola dei definirli eroi dell' economia ..chi so sono fatti " da soli "
Vi è sempre una nuova ricetta, un altro melone da tagliare, se quello appena aperto è marcio. Tutto si sistemerà, nel mese del mai, nell'anno di poi. Rimettiamoci in gioco, il bicchiere è mezzo pieno, pensare positivo, avanti, marsch! Vecchio trucco del potere, la gallina domani. Nel frattempo ti ammazzo con una caterva di ricette per cucinarla, la gallina, quando l'avrai. Intanto dormici sopra.... Sempre e comunque buonanotte, popolo, ché dormendo meno si accusano i rovelli della mente, i morsi della fame.
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