mercoledì 27 aprile 2022

Il nostro breve e instabile destino

Testo di Bobo

Io credo che la mente può tutto, creare il bene, il male, i problemi, le gioie. Quindi, io credo ad un organismo unico, chiamiamolo pure universo, che si basa su equilibri delicati, ma sempre equilibri, dove sono compresi tutti gli aspetti, negativi e positivi, che già sono individuali (quello che per me è negativo per un altro può essere positivo), ma che dipendono dal tutto (inteso come legge universale). Legge universale che, proprio per restare in equilibrio, si compone di cicli, basta vedere come si comporta la natura: nascita, sviluppo, crescita, decadimento, morte. Non so che nome dare a tutto questo, ma credo che se l'uomo si limitasse a rispettare i ritmi e le leggi di questo "meccanismo" che ci contiene, vivrebbe in modo meno artificiale e accetterebbe, come tutto il resto (animali, piante, ecc.), più serenamente il proprio breve e instabile destino. Le domande da porsi poi sarebbero tante, visto che noi siamo dotati di pensiero, che elaboriamo, col quale cerchiamo di modificare il nostro destino, o ci illudiamo di farlo. Interrogativi a cui non daremo mai una risposta tangibile, ma solo scappatoie mentali più che altro indottrinate da entità (religioni, forme di governo e via di seguito) che probabilmente succhiano energia dalle nostre inquietudini. Ma qui è meglio smettere perché si aprirebbe un capitolo infinito.

14 commenti:

  1. Salve
    Riflessione molto interessante e decisamente profonda, frutto di una mente che non si limita a porsi delle domande ma, soprattutto, a trovare delle risposte.
    Personalmente, ho trovato le mie risposte definitive frequentando con ciclicità, l'eremo di Sant'Alberto dove metto in pratica il motto benedettino Ora et labora.
    Non escludo, in un prossimo futuro, di stabilircimi per periodi sempre più lunghi.
    Un saluto
    Piero zeneixe

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    1. Citazione:

      "frequentando...l'eremo di Sant'Alberto"



      Questa è una bella e grossa novità!

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    2. Ciao
      Ho intenzione, con il dovuto tempo, fare un filmato o uno scritto al riguardo..un saluto
      Piero zeneixe

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  2. Pezzo ben confezionato, idee, teoria ben argomentata, personalmente nutro più dubbi che certezze. La verità, la felicità, per quanto mi riguarda, sono sempre state sull'altra sponda. Non ci sono ancora mai arrivato.

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    1. Salve Mauro,
      Mio padre amava ripetere questo suo pensiero: avere dubbi è da persone intelligenti ma, escluso i lettori del blog, non avere certezze, è da imbecilli.
      Ho cercato, nella mia vita, di tenere fede a questo assioma.
      Un saluto
      Piero zeneixe

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    2. @ Piero
      Aforisma niente male, degno del nostro grande ma dimenticato Ennio Flajano. Anche a me, agnostico sfegatato, alcuni conventi, chiostri, ispirano pace e tranquillità. Credo di aver capito che anche l'architettura giova allo spirito, posto adesso viviamo perlopiù in scatole disumane, uno sull'altro, a strati come le ariinghe nei barilotti dei vecchi droghieri. Per conto madonnine lacrimevoli e cristi infilzati mi arrecano disagio. Mi porterò nella tomba un coacervo di rovelli e di dubbi. Quaesivi et non inveni, e cioè cercai ma non trovai.

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    3. Maledetto correttore, sempre più impegnativo commentare con i nuovi termini e protezioni varie.... Si perde traccia della riga che stai scrivendo, almeno sullo smartphone....

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  3. Grazie della pubblicazione , Roberto.
    Piero , io ho sempre trovato serenità e un senso di " ritorno a casa" nei santuari sopra i paesini delle 5 terre , Soviore , Volastra , Montenero ... ,specialmente dopo la camminata dal mare verso l' alto attraverso quella che un tempo ( forse anche ora ) era la via crucis , con ancora le edicole ben mantenute delle varie stazioni.

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  4. Anche la splendida cornice aiuta Bobo, eccome se aiuta, hai citato alcuni dei luoghi più belli si possano trovare sul nostro pianeta...

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    1. Infatti , anche in riferimento al commento che hai fatto in risposta a Piero , l' essenziale è come viviamo noi l' esperienza ; si dice che nei tempi passati l' arte fosse un sistema di comunicazione diretto , visto il dilagante analfabetismo , e che tanti " artisti" celassero significati " eretici" fra le pieghe delle loro opere

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  5. INRI ovvero Iesus Nazarenus Rex Iudeorum (Gesù Nazareno re dei Giudei), oppure Igne Natura Renovatur Integra (la natura si rinnova integralmente con il fuoco). Targhetta sempre esposta sulla croce, nei dipinti, sculture, eccetera. Anche i cosiddetti committenti delle opere d'arte religiose, si facevano beffe del loro divino datore di lavoro, ovvero dicevano ai pittori, scultori come comportarsi, cosa scrivere, raffigurare, eccetera? Cosa ne pensi Bobo? E la quasi sempre presente composizione teschio ed ossa, skull and bones, ai piedi della croce, non sa di scherno, di derisione? Non si dovrebbe esporre un Dio sconfitto, sanguinante, vinto. Non c'è da fidarsi dei sacerdoti, della maggior parte di loro, ché il loro vero dio ha le corna e puzza di zolfo.

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    1. C'è stato un periodo in cui mi ero appassionato a questi argomenti , seguivo Francesco Carpeoro , scrittore , studioso , esoterista , esperto di rosacroce ; questi , depositari di conoscenze antiche che si tramandavano , sono stati da sempre invisi alla chiesa cattolica .
      Dovevano perciò usare un codice , fatto di simboli , segni particolari , rivelazioni solo a loro conosciute , per non far morire le antiche conoscenze che il potere dei papi temeva , in quanto rivelatore di verità che li avrebbe relegati al ruolo di " cazzari " quali in effetti erano.
      Poi c'è l'altro aspetto , quello dei committenti che intenzionalmente commissionavano opere rivelatrici di aspetti solo a loro conosciuti , spacciati per altro , ma che in realtà lasciavano in chi le osservava quell'inquietudine tanto utile per potersi poi proporre come salvatori delle loro pene.

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    2. Questo commento è stato eliminato da un amministratore del blog.

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    3. Citazione:

      "rivelazioni solo a loro conosciute"



      Dan Brown ha fatto una fortuna su questo.

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