Fonte:
Il Tirreno
FIRENZE.
Astice ancora vivo ma chiuso in una vaschetta con il cellophane. La denuncia
arriva da un lettore del Tirreno, Ilario Spaila, il quale in un video che ha
condiviso sulla nostra bacheca Facebook e postato su YouReporter e Youtube,
mostra le immagini dei crostacei: alcuni sono ancora vivi, hanno le chele
legate e vengono tenuti all'interno di un banco frigo dedicato alla vendita dei
prodotti in promozione. "Ho girato queste immagini il giorno della vigilia
di Natale intorno a mezzogiorno, all'interno del supermercato Coop di Sesto
Fiorentino - ci racconta Ilario -. Ho toccato i crostacei e ho visto che alcuni
di loro, tre o quattro, si muovevano ancora mentre gli altri erano morti".
Ilario dice di aver contattato anche l'Enpa per denunciare il fatto e di aver
scritto a chi di competenza, ma ancora non ho avuto risposta".
"Si
tratta di maltrattamento degli animali - dice Susanna Cavalieri, della Lav di
Firenze -. Gli astici e le aragoste infatti dovrebbero essere tenuti in un
acquario, in una condizione se non uguale almeno simile a quella naturale. Si
tratta di maltrattamento anche quando i crostacei vengono tenuti nel ghiaccio e
con le chele legate. È chiaro che in questo caso si può fare richiesta di
intervento denunciando il fatto al Corpo Forestale o alla polizia
provinciale".
Per
quanto riguarda il maltrattamento degli animali l'articolo 544-ter del codice
penale stabilisce che "chiunque, per crudeltà o senza necessità, cagiona
una lesione ad un animale ovvero lo sottopone a sevizie o a comportamenti o a
fatiche o a lavori insopportabili per le sue caratteristiche etologiche è
punito con la reclusione da tre mesi a un anno o con la multa da 3.000 a 15.000
euro".
Già nel 2012 un ristoratore di Campi Bisenzio era stato condannato a pagare un'ammenda di 5mila euro per aver tenuto all'interno del frigorifero astici e granchi vivi e con le chele legate. Sempre a questo proposito il Centro di referenza nazionale per il benessere degli animali - Istituto zooprofilattico della Lombardia e dell’Emilia Romagna (referente nazionale per il ministero della Salute) nel 2007 ha redatto un documento scientifico intitolato " Sofferenza di aragoste e astici vivi con le chele legate su letto di ghiaccio durante la fase di commercializzazione ", nel quale viene fornito un parere scientifico sullo stress subito da questi animali durante la commercializzazione e i metodi per ridurre la loro sofferenza.
Già nel 2012 un ristoratore di Campi Bisenzio era stato condannato a pagare un'ammenda di 5mila euro per aver tenuto all'interno del frigorifero astici e granchi vivi e con le chele legate. Sempre a questo proposito il Centro di referenza nazionale per il benessere degli animali - Istituto zooprofilattico della Lombardia e dell’Emilia Romagna (referente nazionale per il ministero della Salute) nel 2007 ha redatto un documento scientifico intitolato " Sofferenza di aragoste e astici vivi con le chele legate su letto di ghiaccio durante la fase di commercializzazione ", nel quale viene fornito un parere scientifico sullo stress subito da questi animali durante la commercializzazione e i metodi per ridurre la loro sofferenza.
L'ufficio
stampa della Coop Firenze, da noi contattato, fa sapere di rispettare la
normativa nazionale sul trattamento degli animali e si riserva di fare
un'attenta e puntuale verifica. Come
e a chi denunciare i casi di maltrattamento degli animali? Come riporta il sito
della polizia di Stato chiunque, che
sia privato cittadino o un'associazione, può rivolgersi ad un qualsiasi organo
di polizia giudiziaria (carabinieri, polizia di Stato, guardia di finanza,
corpo forestale, vigili urbani, etc...) segnalando uno dei casi di illeciti
previsti dalla legge 189/2004 e richiedendo un intervento per accertare il
reato ed impedire che questi venga portato ad ulteriori conseguenze. A
disposizione anche un numero verde dei carabinieri
che è 800 253 608.
Nessun commento:
Posta un commento