mercoledì 17 dicembre 2014

Gli animalisti disturbano il turismo

 
Molti anni fa una coppia di anziani inglesi era in gita nel Delta del Po. Passeggiando fra canneti e campi coltivati, la donna trovò un cartello conficcato nel terreno su cui c’era scritto: “Gara di stornelli”. Disse al marito: “Andiamo a sentire gli italiani che cantano le loro canzoni tradizionali”. Quando arrivarono sullo spiazzo erboso, videro molti uomini armati di fucile, si accorsero dell’errore e non poterono far altro che scappare inorriditi: gli italiani amanti del bel canto stavano facendo una gara di tiro allo storno. Altro esempio. Una comitiva di anziane signore inglesi in vacanza sul lago di Garda, fu accompagnata dalla loro guida italiana a visitare una stalla di recente costruzione. Lo scopo della guida era di mostrare la modernità della zootecnia arrivata anche in Italia. Le signore, quando videro le mucche con la catena al collo, ciascuna confinata nel suo spazio ristretto, uscirono di corsa dalla stalla con le lacrime agli occhi. A Pinzolo, gli animalisti in corteo per protestare per l’arbitraria uccisione dell’orsa Daniza, sono stati accolti dalla rabbia campanilista degli indigeni, che vedono danneggiato il turismo a causa della cattiva fama che gli attivisti per i diritti animali propagandano. Di modo che, se si commettono crimini senza tanti clamori, il turismo è salvo e tedeschi, inglesi e russi possono continuare a visitare il Trentino Alto Adige, ma se lo si strombazza ai quattro venti allora non va più bene. E’ la filosofia dello scopare la polvere sotto il tappeto, comportamento tipico degli italioti.

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