Ciao,
mi chiamo John Jerryson. Chi sono? Ho quarantasei anni, lavoro in banca e ho
vissuto la mia intera vita in modo contrario alle mie intenzioni. Tutti i miei
sogni, le mie passioni, sparite. In un lavoro stabile dalle nove alle sette.
Sei giorni alla settimana. Per ventisei anni. Ho continuamente scelto il
sentiero più sicuro per tutto e ciò mi ha, alla fine, cambiato. Oggi ho
scoperto che mia moglie mi ha tradito per gli ultimi dieci anni. Mio figlio non
prova alcun sentimento verso di me. Mi sono reso conto di essermi perso il
funerale di mio padre per niente. Non
ho finito il libro che volevo scrivere, non sono andato in giro per il mondo,
non ho aiutato i senza casa. Tutte queste cose erano per me certezze quando ero
giovane.
Se la versione più giovane di me m’incontrasse oggi, mi prenderebbe a
pugni. Spiegherò presto come quei sogni sono scomparsi.
Sembra
solo ieri quando ero sicuro che avrei cambiato il mondo. Le persone mi amavano
e io amavo le persone. Ero innovativo, creativo, spontaneo, prendevo rischi ed
ero bravo a interagire con le persone. Avevo due sogni. Il primo era scrivere
un libro utopico/distopico.
Il secondo era esplorare il mondo e aiutare i
poveri e i senza casa. Al tempo uscivo già con la mia futura moglie da quattro
anni. Amore giovane. Lei amava la mia spontaneità, la mia energia, la mia
capacità di far ridere la gente e farla sentire amata. Ero sicuro che il mio
libro avrebbe cambiato il mondo. Avrei illustrato il punto di vista dei “cattivi”
e di quelli con la mente “contorta”, dimostrando così che tutti la pensano in
modo diverso e che le persone non pensano mai che quello che stiano facendo sia
sbagliato. Avevo già scritto settanta pagine quando avevo vent’anni. Sono
rimasto a settanta pagine all’età di quarantasei anni.
Avevo
visitato con lo zaino in spalla la Nuova Zelanda e le Filippine. Stavo
progettando di visitare tutta l’Asia, poi l’Europa, poi l’America (tra l’altro,
vivo in Australia). Fino ad ora, ho solo visitato la Nuova Zelanda e le
Filippine. Ora, ecco dove le cose sono andate male. I miei più grossi
rimpianti. Avevo vent’anni. Ero figlio unico. Avevo bisogno di stabilità. Avevo
bisogno di un lavoro che avrebbe dettato la mia intera vita. Dedicare la mia
intera vita a un lavoro dalle nove alle sette. Cosa stavo pensando? Come potevo
vivere quando il lavoro era la mia intera vita? Dopo essere tornato a casa, mangiavo
la cena, preparavo il lavoro per il giorno successivo e andavo a dormire alle
dieci per svegliarmi alle sei del mattino seguente. Dio, non riesco a ricordare
l’ultima volta che ho fatto l’amore con mia moglie...
Ieri,
mia moglie ha ammesso di avermi tradito per gli ultimi dieci anni. Dieci anni.
Sembra tanto tempo ma io non riesco neanche a concepirlo. Non mi ha fatto
neanche male. Mia moglie lo ha fatto perché io sono cambiato. Non sono la
persona che ero una volta. Cos’ho fatto durante gli ultimi dieci anni?
Al di
fuori del lavoro, non posso dire di aver fatto nulla. Non sono stato un vero e
proprio marito. Non sono stato me stesso. Chi sono? Cosa mi è successo? Non ho
neanche chiesto il divorzio, né gridato, né pianto. Non ho sentito niente.
Adesso, scrivendo questo, mi sta venendo da piangere. Non perché mia moglie mi
ha tradito ma perché mi rendo adesso conto che sono morto dentro. Cos’è
successo a quella persona così divertente, amante del rischio ed energetica che
voleva cambiare il mondo?
Mio
padre è morto dieci anni fa. Mi ricordo le chiamate da parte di mia mamma dicendomi
che si stava sempre più ammalando. Io ero sempre più occupato con il lavoro e
stavo per ricevere una grande promozione. Ho continuato a rimandare la visita
sperando che lui avrebbe resistito. Lui è morto e io ho ottenuto la mia
promozione.
RIMPIANGO
DI...
Mi
convincevo che la stabilità economica era la cosa più importante. Adesso so che
sicuramente non lo è. Rimpiango di non aver fatto nulla con la mia energia quando
ce l’avevo. Le mie passioni. La mia gioventù. Rimpiango di aver permesso al mio
lavoro di dominare la mia vita. Rimpiango di essere stato un marito orrendo,
solo una macchina per fare soldi. Rimpiango di non aver finito il mio libro, di
non aver viaggiato il mondo. Di non essere stato presente dal punto di vista
emotivo per mio figlio. Di essere un maledetto portafoglio senza emozioni.
Se
stai leggendo questo, e hai tutta la vita davanti, per favore, non
procrastinare. Non rimandare i tuoi sogni. Goditi la tua energia, le tue
passioni. Non stare su Internet tutto il tuo tempo libero (a meno che la tua
passione lo richieda). Per favore, fai qualcosa con la tua vita quando sei
giovane. NON mettere radici a vent’anni. NON dimenticarti degli amici, la
famiglia e di te stesso. NON sprecare la tua vita. Le tue ambizioni. Come io ho
fatto con le mie. Non fare come ho fatto io. Mi sono reso conto che a forza di
rimandare e di far soldi ho smesso di perseguire le mie passioni quando ero
giovane e adesso sono morto dentro, vecchio e stanco...
"John
Jerryson, ha pubblicato la sua storia all’interno della sezione Today I Fucked
Up".
La vita è un cammino , durante il cammino si incontrano situazioni diverse e i comportamenti individuali sono anche dettati da queste diverse situazioni cui bisogna adeguarsi. Non c'è una via unica , ci sono tante vie da cui se ne diramano altre ... non credo ai pentimenti , se si fa una cosa in un determinato momento è perchè in quel momento la si riteneva giusta da fare ... mai vergognarsi delle proprie scelte , semmai fare tesoro delle esperienze per migliorarsi ... non si finisce mai di crescere.
RispondiEliminaLa vita di ognuno di noi è un percorso di tipo stocastico, basato sulla teoria del caos e molto simile ai frattali.
EliminaSe non l'hai ancora visto ti consiglio il bel film Il cammino per Santiago.
Non ho visto il film ma ho fatto il cammino per Santiago :-)
EliminaVeramente?! :-O
EliminaTutti gli 800 Km?! :-O
No , da Santander a Santiago , credo fossero circa 400 km , ci ho messo 20 giorni , nel 2007 , esperienza bellissima ...
EliminaAnche 400 Km non sono uno scherzo!
EliminaPure il film è molto bello e commovente.
La vita è un progetto della nostra anima individuale. Spetta alla nostra mente inferiore svolgerlo e portarlo a termine. Ogni individuo si relaziona nel mondo in base ai parametri di libero arbitrio a cui è destinato. Chi ne ha tanto, riesce agevolmente a padroneggiare il suo destino, ma nello stesso tempo riesce altrettanto bene a mettersi nei guai senza saperlo. Tutto serve per la crescita. Chi ne ha poco, la sua esistenza è messa a dura prova, è più stringata e avara di opportunità materiali. Gli vien dato solo quel tanto che gli serve. In questo modo, l'Essere ottiene velocemente consapevolezza di se. Tutto è già scritto, è inutile illudersi. Alla fine del ciclo, ci possiamo tranquillamente fare una sonora risata. :-)
RispondiEliminaUna risata ci seppellirà!
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