Fonte:
Repubblica
Testo
di Matteo Marini
Il
più piccolo si chiama Spartacus, ed è anche l'ultimo arrivato. È un maialetto
alto come un cagnolino e pesa 30 chili. Il 'capo' del branco invece si chiama
Billo, un 'gigante' a pois di quattro quintali. Questa è la loro casa, la Piccola fattoria degli animali, alle porte di Vigone, in provincia di Torino. "Un giorno anche Spartacus
arriverà a pesare così tanto". Ne è sicura Federica Trivelli, la
proprietaria del cascinale ai piedi delle Alpi. Una specie di oasi, dove
trovano rifugio i suini oggetto di sequestro da parte del Tribunale, prelevati
dalla polizia giudiziaria a causa delle condizioni in cui venivano tenuti,
maltrattati in allevamenti non a norma di legge o macellati senza stordimento.
Federica salva loro la vita. Provvede a pagargli le cure veterinarie, li sfama
e li coccola. In tutto ora sono una ventina, a loro disposizione ci sono ampi
recinti, molto diversi dalle stalle per l'allevamento intensivo dalle quali
provengono, un ricovero coperto e un futuro senza mattatoio. Ad
aiutare Federica ci sono alcuni volontari (in tutto sette o otto) che, come
lei, si sono innamorati dei maiali come animali da compagnia, intelligenti e
socievoli. Ognuno ha alle spalle una storia di violenza e ora, invece, ha un
luogo dove vivere in pace e anche un nome. Sofia divide il recinto proprio con
Spartacus, mentre al sole, accanto a Billo, riposa Ginger. In un altro recinto
ci sono i 'meticci', incrociati con i cinghiali: Lupin e Margot. Questo
progetto è nato nel 2009 e, da cinque anni, funziona solo grazie alle risorse
di Federica (che lavora part-time come segretaria in uno studio di architetti),
alle donazioni di denaro e cibo e alle adozioni a distanza. Dal 2015 nascerà
invece una Onlus che potrà ricevere i rimborsi e le sovvenzioni per la cura dei
suini che il tribunale le affida.
[N.d.R. Articolo segnalato
da Francesco Spizzirri]
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