Mauro Bartoli: “Ma i Liguri, i Luni, gli Etruschi, i Sabini, i Sanniti, i Volsci, i sardi dei giganteschi nuraghi, non hanno scritto nulla? Il nostro paese sembra fosse già abitato al tempo di Gilgamesh, nessuno ha scritto nulla salvo le laconiche frasi nelle tombe etrusche? E le mura ciclopiche di Alatri, di Fiesole? Che ci azzecchiamo noi con Enki, Enlil, Baal, divinità crudeli dei pecorai mesopotamici, medio orientali? Perché ci rivoltano, ci rimestano sempre nel solito truogolo? Avevamo per caso anche noi uno straccio di elohim, o siamo figli di p.....? Sono incaxxato nero, stufo di Ur, Nippur, Babilonia, Gerico, come sono stufo, e scusate l'ardire, sono stufo dicevo pure di cristi, madonne, imeni e prepuzi, sangue e arena, croci senza delizie. Si fanno beffe di noi, la terra trottolina, i buchi neri, le rette parallele, eccetera eccetera. Ci hanno sempre infinocchiato”.
Per non farsi infinocchiare, bisogna fare un lavoro certosino. Mettere insieme i dati, elaborarli, rifletterci su, passare notti insonni a meditare quanto verosimili essi siano, aspettare quel momento magico del dormiveglia, in ore antelucane, prima che il gallo canti, in cui il cervello manda pensieri sublimi, quasi un messaggio divino, a noi poveri e frastornati mortali. Ecco, questo sto facendo, come immagino facciano in molti, da tanti anni. Ovviamente, il cervello/computer deve essere alimentato da letture, esperienze, conferenze, documentari da audiovisivi e insegnamenti diretti di maestri educatori, chi ha la fortuna di frequentarli. Il risultato è la conoscenza, mai finita e sempre parziale. La quale mi fa credere estremamente verosimile che in un antico passato su questo pianeta siano sbarcati un gruppo di visitatori extraterrestri, che trovarono condizioni ideali per stabilirvisi. Cosa cercavano? Risorse minerali, principalmente. Il posto gli piacque e ne fecero una loro colonia, ricavandone di che vivere. Erano come noi, ma non erano come noi. O meglio, noi siamo stati forgiati a loro immagine e somiglianza e non lo dico perché sta scritto in quel famoso libro edito da pecorai mesopotamici, ma perché lo do per scontato, per certo, per ovvio, dal momento che, strutturalmente scimmie, c’è un abisso genetico tra noi e le scimmie antropomorfe. Quindi, qualcosa - che nemmeno Lumen l’evoluzionista è in grado di spiegare - deve essere successo mille mila anni fa, ai nostri progenitori, verosimilmente scimmieschi.
Cosa è successo? Nessun testo antico dei romani lo spiega e il signor Bartoli non può imputare a me la colpa di tale assenza. Gli antichi romani si sono limitati a descrivere i loro Dei, raccontando eventi che spetta a noi decidere se veri o inventati. Essi venivano descritti così: “Dodici furono gli Dei principali di Roma: Apollo, Cerere, Diana, Giove, Giunone, Marte, Mercurio, Minerva, Nettuno, Venere, Vesta e Vulcano. Apollo fu importato dalla religione greca senza alcun corrispondente romano”.
E’ necessario quindi lavorare con le analogie. Cos’hanno in comune gli Dei romani e greci con gli Elohim ebraici e gli Anunnaki sumeri, che erano, questi due ultimi, la stessa cosa? Intanto, il numero 12! Gli Dei maggiori. Poi, il capo: Giove/Zeus/Anu. E i sottoposti: Plutone/Ade/Enki. Marte/Ares/Enlil. Delle dee romane si sa poco, se non che avevano le loro specializzazioni. Delle donne degli Elohim non si sa nulla, di quelle degli Anunnaki si sa qualcosa di più. Con le parentele non ci si azzecca, non c’è analogia tra gli Dei romani e gli Anunnaki, che Sitchin chiama Nefilim. Ma vogliamo permettere qualche errore nel passaggio di informazioni attraverso il tempo e lo spazio? E’ fisiologico, mi pare. Una precisa caratteristica di un Dio mesopotamico cambia, si trasforma, viaggiando per mare, su lente navi di legno, e passando di bocca in bocca, di generazione in generazione, per arrivare, poi, sulle coste laziali.
Le analogie, dicevo. Cosa chiedevano gli Elohim ai loro sudditi terrestri? Il grasso addominale e quello che ricopre i reni, da bruciare come se fosse incenso, perché l’odore li tranquillizzava, li rilassava, essendo simile a quello che sentivano quando erano a bordo delle loro navi spaziali, in assenza di atmosfera. Cosa chiedevano gli Dei romani ai loro sacerdoti? La stessa cosa: l’Umentum.
Qui devo fermarmi. Non ne ho trovato traccia, su internet, ma ho trovato questo: “Ma fin dall'epoca di Omero era pratica quasi generale bruciare solo le zampe racchiuse nel grasso e alcune parti dell'intestino, mentre la parte rimanente della vittima veniva consumata dagli uomini il dì di festa. Gli Dei gradivano il fumo delle vittime in fiamme, più gradito quanto maggiore era il numero delle vittime”.
E poi, ho trovato un riferimento QUI, ma senza che venga spiegato cosa sia l’Umentum. La parola esiste, ma volevo conferma che si tratti di “grasso addominale e dei reni”. Nell’unico dizionario di latino che ho in casa, il Campanini – Carboni, non c’è. Chiedo pertanto l’aiuto del pubblico, l’aiuto da casa. Se riuscite a trovare il significato del termine “Umentum”, vi sarei grato.
Concludo dicendo che se faccio spesso riferimento a testi provenienti dal vicino oriente è perché non conosco l’antichità classica dei nostri antenati romani. Ho fatto le magistrali, abbiate pietà (cit. Fracchia). E’ una mia lacuna, lo confesso, una colpa solo attenuata un po’ sapendo che la nostra civiltà, la nostra cultura, viene definita giudaico-cristiana. Io personalmente la aborro, in quanto antropocentrica, ma essendo non dissimile da quella greco-romana, vedo che per gli animali non cambia poi molto: sempre vittime sono state, vittime storiche, condannate a morte dagli Dei, vittime come lo sono anche ora. Solo per questo, da agnostico mi verrebbe voglia di diventare ateo. Ma non cambierebbe niente!
Stavo per commentare questo interessante post di opinioni divergenti , quando mi sono imbattuto in questo
RispondiEliminahttps://youtu.be/ew6o-X9pmzk
editato quasi in contemporanea al post ... poi ditemi che non esistono le coincidenze 😉
Più tardi, quando accendo il PC, lo pubblico. Grazie. (Freeanimals)
EliminaOk grazie Free a me il video risulta non più disponibile....
EliminaLo riposto da pc , io riesco a vederlo
Eliminahttps://www.youtube.com/watch?v=ew6o-X9pmzk
Religioni, dottrine e credo.
EliminaHo una sola obiezione da contrapporre a Dino Tinelli.
EliminaQuando una mia cliente mi chiede: "Faccio bene a mettere due candele in chiesa?", oppure: "Faccio bene a dare dei soldi alla suor superiora, affinché le consorelle dicano qualche preghiera per mio fratello malato e per quello morto?"
Io rispondo: "Signora, se fare queste cose la rende felice, fa bene a farle!"
Se lo scopo della vita è essere felici, quella donna, se lo fa con gioia, fa bene ad agire così, indipendentemente dai credi e dalle religioni.
Interessante il video di Tinelli."credere è nemico di conoscere"... Ca va sans dire .
EliminaVero, ma tra credere e conoscere non c'è soluzione di continuità.
Elimina= c’è un abisso genetico tra noi e le scimmie antropomorfe =
RispondiEliminaCaro Free (immagino che il testo non firmato sia tuo), visto che mi hai (simpaticamente) tirato in ballo, mi sento in diritto di rispondere.
Mi dispiace, ma la tua affermazione non è corretta, perchè, il DNA dell'uomo e quello degli scimpanzè (i primati a noi più vicini) si differenzia per un misero 1 %.
Che è davvero molto poco.
Agli effetti pratici, è un 1 % che ci rende straordinariamente diversi da un gorilla o uno scimpanzé.
EliminaMa questo tuo commento mi porta a pensare che se basta un 1 % tra noi e le antropomorfe, chissà come devono essere gli Elohim in confronto a noi! Quali capacità mentali devono avere che noi non abbiamo né immaginiamo.
Peccato che non possiamo fargli l'esame del DNA (scusa la battuta...).
EliminaOggi che potremmo fare agli Elohim l'esame del DNA se la sono squagliata, mentre secoli fa, durante quella che viene chiamata "L'età dell'oro", uomini e divinità convivevano insieme.
EliminaMa, standosene nascosti, riescono a governare comunque, e anche meglio.
Prova ad interessarti della mitologia indiana, i Veda. Avrai le risposte che cerchi.
RispondiEliminaIo vorrei sapere se anche l'Elohim che comandava in India esigeva che gli venisse bruciato il grasso addominale e quello dei reni delle vittime. (Freeanimals)
EliminaPer esempio ?
RispondiElimina(ammetto la mia profonda ignoranza in materia).
Desidero precisare che io non ho niente da "imputare" a Free, in primis perché ospitato nel suo blog, in secundis perché trovo le sue argomentazioni sempre degne di nota ,frutto di studio eccetera. Ergo, anche se non sempre sono con lui in accordo, mi guarderei bene da sterili, irose polemiche non degne di liberi pensatori, quali noi siamo.
RispondiEliminaCiò premesso, dopo aver anche io rilevato che ben poco esiste di consultabile afferente agli usi, costumi, mitologie, leggende dei popoli italici vissuti ben prima la fondazione di Roma, e che pur tuttavia hanno lasciato importanti vestigia ancor oggi ammirabili visitabili, sono giunto alle seguenti conclusioni.
Gente abulica, refrattaria , i popoli italici di cui sopra, magari capaci di arditissime costruzion, però poco inclini o portati alla comunicazione tramite segni, figure, in pratica bocche cucite verso gli astanti, i posteri. Si fa ma non si dice, esponiamoci il giusto anche su eventuali divinità da noi venerate, ovvero visitatori provenienti da altri luoghi che ci hanno messo allo sgobbo, regalandoci qualche nozioncina eccetera eccetera....
Oppure, operata, durante un reset e per scopi che noi ignoriamo ma che LORO ben conoscono, una sistematica cancellazione del passato dei nostri progenitori... Ciò avrebbe permesso, a lorsignori di venderrci, in epoche successive due format sicuri ed affidabili. Prima Zeus e Famiglia, poscia Gesù Giuseppe & Maria.
Ci avrebbero orbato di radici, sostanzialmente
Citazione:
Elimina"Gente abulica, refrattaria, i popoli italici di cui sopra"
Per la verità, c'è almeno un caso di un autore romano che parla di fenomeni strani, per lui inspiegabili.
Si tratta di Plinio il Vecchio.
Nella sua opera più famosa, Naturalis historia, parla di piogge di latte, sangue, carne, lana e pezzi di ferro.
Di strane luci nel cielo, di fulmini e tuoni devastanti e addirittura di battaglie aeree, esattamente come le descrive il Mahabarata.
Plinio il Vecchio non arriva a dire che si tratta di operazioni compiute dagli Dei, forse lo avrà pensato, ma si limita a riferirli, collocandoli anche nel tempo e facendo riferimento a chi fossero i consoli in carica quando avvennero.
In questo, è molto meticoloso, come cronista, ed è difficile pensare che si sia inventato tutto.
Cosa pensare di questa illustre testimonianza?
Che i romani erano pragmatici per natura e non si turbavano delle eventuali intemperanze degli Dei?
Molto pertinente l'immagine dei format preconfezionati imposti agli italioti di svariati millenni fa. E se così fosse andata realmente? Ho provato la stessa sensazione visitando siti archeologici non molto pubblicizzati, attribuiti con troppa fretta agli antichi romani. Quando passo da questo blog leggo commenti intelligenti, come in gamba saranno i soggetti che li scrivono.
RispondiEliminaAnteo.