Pascoli: Ritornava una rondine al tetto:
l’uccisero: cadde tra spini:
ella aveva nel becco un insetto:
la cena dei suoi rondinini.
Me: Ritornava un balestruccio in soffitta
spaventato da enormi chicchi di ghiaccio,
non trovava l’uscita nella tenebra fitta.
Finì ucciso da un anomalo tempaccio.
Simpatica rivisitazione della melensa poesia pascoliana, scadente bracciata di rime baciate, ghiotta materia per gli psicanalisti i quali al Giovanni avrebbero senz'altro diagnosticato denutrizione mentale, forse ascrivibile ad una taciuta impotenza fisica, predisposizione all' incesto, pervicace ostinazione a coinvolgere terzi nelle proprie vicende famigliari e personali. Bravo Free...
RispondiEliminaE comunque, se il padre del "poeta" fosse rimasto ucciso da una grandinata mentre, a bordo del calesse rientrava in cascina dopo aver angariato magari un colono a lui sottoposto, ci avremmo tutti guadagnato. Un assassino, o un giustiziere di meno, un poetastro pedante e ripetitivo risparmiatoci, ché non se la poteva prendere con i chicchi ghiacciati... Zero cavalline, nidi, fanciullini, eccetera eccetera. Che pacchia, anche per legioni di studenti sventurati....
Veramente le rime sarebbero alternate, ma baciate suona meglio.....
RispondiEliminaA Carducci era morto un bimbo, a Pascoli il padre. Sono eventi che scatenano forte emotività. Quando mi è morta Petunia, il 2 agosto 2021, ho scritto un lungo articolo molto partecipato. Quando è morto mio padre e, dieci anni dopo, mia madre, non ho scritto niente.
EliminaCarducci affronta virilmente il dolore, e la perdita di un figlio è più dolorosa della perdita di un padre. Il fregnone romagnolo, per contro , ci ha campato lacrimucciando sulla tragica dipartita del genitore, frantumandoli a mezzo mondo....
RispondiEliminaCitazione:
Elimina"Carducci affronta virilmente il dolore"
Lo storico Alessandro Barbero, in una delle sue lezioni, raccontava che nell'Ottocento era normale perdere uno o due neonati per malattia.
Citava il caso di un autore, di cui ora non ricordo il nome, che non sapeva se gliene fossero morti in tenera età un paio o di più.
Vero, e perciò il titolo Pianto Antico il titolo della lirica carducciana, ovvero un dolore quasi comune, che affonda nel passato , a causa dell'alta mortalità infantile...Poesia stupenda. Nel suo genere inarrivabile, forse.
RispondiEliminaDieci anni fa scrissi questo articolo, in occasione della morte di un figlio di Lino Bottaro, il fondatore di Stampa Libera, di cui anche Bobo, oltre che SDEI, è stato un lettore. Il secondo era come me anche autore.
EliminaDeve essere piu o meno come tu hai scritto Free...
RispondiEliminaIo ho sperimentato la perdita paterna, avevo nove anni e di salite ne ho dovute fare, senza però piagnucolare, che fa pure rima. Non riesco ad immaginare la perdita di un figlio, né riesco a trovarne ragione, scopo , giustificazione. Essendo ormai io un vecchio bischero e malazzato, mi augurerei non dover fronteggiare dolori così lancinanti, cosi assurdi, insopportabili. Nessun genitore dovrebbe sopravvivere ai propri figli.