domenica 27 agosto 2023

Una bellissima giapponesina in Carnia

Quando siamo tornati indietro, dopo aver pranzato al ristorante “La Torate”, era caduta a terra, sulla verticale del luogo dove l’avevo trovata al mattino, aggrappata al muro, prima di pagare la quota e farci dare le chiavi dell’appartamento. Una falena così non l’avevo mai vista e avevo capito subito che non era delle nostre zone. L’App Google Lens mi dava infatti Antheraea yamamai, in lingua volgare falena della seta giapponese. E’ parente del Bombice del gelso, universalmente conosciuto come baco da seta. Questo esotico papilionide, trovato oggi su una strada di Paluzza, è chiamato anche falena della quercia e si capisce perché non sia stata sfruttata come il suo più famoso cugino, il Filugello. Non produce una seta commercialmente utilizzabile. Meglio per lei. Quando, guidando, ho visto che era a terra, mi sono fermato e tutti e tre siamo scesi per recuperarla, perché così era diventata ancora più vulnerabile di prima, dato che si affacciava sull’arteria principale del paese carnico. Ma lei, mentre cercavo di spostarla delicatamente su una vaschetta che avevo in macchina, si è completamente rianimata ed è volata via, alta fra le case, e l’abbiamo persa di vista. Il mio scopo era di portarla nel bosco, lontano da macchine e piedi distratti di pedoni. Fra l’altro, era dello stesso colore delle foglie cadute a terra. Il web mi dice che era stata già avvistata negli anni scorsi, sempre in Friuli VG, in Alta Val Torre e nella zona del torrente Cellina, e pure a Chiusaforte, in Canal del ferro. Sembra che sia in espansione. Poiché non è giunta dal Giappone con le sue ali, si presume che sia scappata, o rilasciata, dai collezionisti che la allevano. Normalmente, quando una specie animale compare al di fuori del suo contesto naturale, come le nutrie, gli ambientalisti levano alti lai, ma in questo caso, nessuno per il momento si è ancora lamentato.



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