Il
“Mind Control” è frutto di ricerche e sperimentazioni condotte, ormai da
decenni, segretamente e nella più totale illegalità.
Tra gli altri, anche
Rauni-Leena Luukanen Kilde, già ufficiale medico in capo, finlandese, ha
denunciato ciò in due articoli (“Microchip Implants, Mind Control and
Cybernetics”) apparsi sulla rivista medica ”Spekula” nel 1999 e nel 2000.
In
quanto segreta e portata avanti con la più ampia disponibilità di risorse
scientifiche e finanziarie, tale tecnologia si è evoluta in maniera autonoma ed
indipendente, raggiungendo risultati e traguardi molto lontani dalla scienza
ufficiale ed accademica, la quale, per lo più, li ignora completamente.
In
questo discorso si inseriscono anche le nanoscienze e le nanobiotecnologie,
settore emergente nel mondo scientifico odierno ed anche nel quale, ovviamente,
gli scienziati che si occupano di mind control sono all’avanguardia, con
risultati che la scienza ufficiale è molto lontana dall’aver raggiunto e che
neppure immagina.
D’altro canto gli Stati Uniti sono leader riconosciuti a
livello mondiale nella ricerca e nello sviluppo in nanotecnologie.
Gli USA si
collocano al primo posto anche per numero di imprese start-up, di pubblicazioni
e di brevetti.
Io sono una delle tante cavie involontarie vittima della tortura
elettronica.
Nel mio caso si sperimenta, dal Gennaio 2001, un impianto eseguito
con l’utilizzo delle nanobiotecnologie, impianto che trasmette e riceve
segnali, tramite il coinvolgimento delle mie vie nervose, a nanoparticelle
introdotte per via parenterale, in maniera sistemica, nel mio organismo,
ampiamente diffuse in esso ed innestatesi in sedi precise e ben determinate.
Il
meccanismo che ha permesso il realizzarsi di ciò è lo stesso che viene
utilizzato nei sistemi di drug delivery e di drug targeting e che consente alle
nanoparticelle di raggiungere selettivamente determinate cellule o recettori
del corpo umano.
L’introduzione per via sistemica, nel mio corpo, delle particelle
di dimensioni nanometriche e di microchips dell’ordine di grandezza di un
centinaio di micron o poco più, è avvenuta con le anestesie locali eseguite
nelle gengive nel corso di comuni cure odontoiatriche.
Specifiche
nanoparticelle hanno molto probabilmente funzionato da vettore, con meccanismo
analogo a quello del drug carrier, per il trasporto dei microchips nella sede
in cui sono stati da me individuati attraverso una radiografia del cranio, e
cioè la parte mastoidea dell’ osso temporale sinistro.
Si sono attivati tre
anni dopo la loro introduzione. Sono quindi attivi e funzionanti da
Gennaio-Febbraio 2004, tutti i giorni, 24 ore su 24.
Una agenzia investigativa
locale (alias associazione criminale), della quale chi sperimenta tali
sofisticate tecnologie si serve nella città dove io vivo, gestisce l’invio
degli impulsi elettromagnetici ai microchips, impulsi che consistono molto
probabilmente in onde radio a bassa frequenza.
Vengono da me recepiti, in
corrispondenza dell’orecchio sinistro, come suoni ripetitivi, sempre uguali,
elettronici, di intensità molto bassa e non percepibili se coperti dai rumori
dell’ambiente circostante.
Inizialmente, per circa un anno, ho percepito anche
un paio di brevissime frasi sempre intensamente ripetitive, come da computer,
ed udibili, data l’intensità estremamente bassa del suono, solo in condizioni
di massimo silenzio e ponendo ad esse estrema attenzione. Un vero e proprio
messaggio subliminale.
Dai suoni prende avvio, quando sono ferma, un’onda di
propagazione elettrica, da me molto ben avvertita, che, partendo dai microchips
individuati scende attraverso il corpo, localizzandosi a livello della regione
pelvica, qui percepita come un debole formicolio, una debolissima corrente
elettrica.
Quando l’impulso elettrico, che viene trasmesso in maniera
continua, inizia a propagarsi, i suoni si modificano, sempre allo stesso modo
si dissolvono gradualmente fino a cessare del tutto, a non essere più udibili
allorquando l’onda elettrica raggiunge la sua destinazione finale (cosa di cui
mi rendo conto perché in tale sede inizio ad avvertire una debole corrente
elettrica, come un formicolio che, persistendo, può assumere la sensazione come
di un peso, di un concentrarsi di “carica” e può provocare anche irritazione
locale).
Tutto questo solo se resto ferma. Se mi sposto, anche di poco, riprendo
a percepire i suoni esattamente come in precedenza, fino a quando non mi fermo
nuovamente ed il processo ricomincia, sempre uguale.
Dopo alcuni minuti di
questo trattamento continuo, inizio ad avvertire (e ciò si verifica
particolarmente durante le ore notturne che sarebbero destinate al sonno) come
il rumore cupo e sordo di un motore acceso (si tratta ovviamente sempre di
qualcosa che avverto soltanto io, così come i suoni), mentre l’onda elettrica
descritta trasmessa nel mio corpo, si trasforma nella percezione come di
vibrazioni diffuse nell’ambiente a me circostante, dalle quali vengo investita
globalmente, in tutta la mia persona.
L’intensità di questi stimoli può variare
notevolmente.
Nelle regioni del corpo interessate da questi processi può
prodursi anche, localmente, una netta sensazione di freddo.
Io ritengo che l’invio
degli impulsi elettromagnetici ai microchips stimoli le mie vie nervose,
attraverso le quali si trasmette un flusso elettrico che giunge ad attivare le
nanoparticelle innestatesi nei miei tessuti.
Potrebbe trattarsi di nanocamere,
dal momento che chi riceve i segnali da me inviati acquisisce la mia immagine
corporea esteriore (probabilmente vengono anche trasmesse immagini interne del
mio corpo).
Di ciò ho piena certezza, essendomi trovata tra l’altro, in alcune
circostanze, in immediata vicinanza di persone che ricevevano i miei segnali,
recepiti come immagini su display di apparecchi che avevano la sembianza di
comuni telefoni cellulari. Sempre da questi provenivano gli impulsi
elettromagnetici che determinavano nel mio corpo le reazioni descritte, tanto
più intense (quindi con una migliore qualità dei segnali da me emessi, quindi la
mia immagine fisica) quanto minore era la distanza tra me e chi mi inviava gli
stimoli elettromagnetici.
L’agenzia precedentemente menzionata ha coinvolto in
questo “gioco” numerose persone ad essa esterne, presumo dietro compenso,
persone che dal 2004 ad oggi sono andate sempre più aumentando nel numero. Ad
esse viene fornito una sorta di “servizio erotico”.
Circolano nei pressi della
mia abitazione quasi sempre all’interno di auto, cercando di avvicinarsi il più
possibile ai punti della casa in cui io sono al momento situata, ed inviando
segnalazioni acustiche coi clacson delle auto (nelle ore diurne) quando la qualità
delle immagini ricevute risulta essere buona.
Tutto questo 24 ore su
24 (ovviamente le auto variano nel corso della giornata), in particolare durante
le poche ore notturne che necessariamente devo destinare al sonno, allorquando,
favoriti dalla mia immobilità, possono agire indisturbati attivando nel mio
corpo i processi precedentemente descritti.
Al risveglio sono stordita, spesso
avverto nausea, quasi sempre forte mal di testa che si irradia a partire dal
punto del capo dove ho individuato gli elettrodi, zona che è sempre
costantemente dolente.
Un esame PET da me eseguito, ha evidenziato una
positività di risposta a livello della regione ipogastrica, indice di flogosi
in atto legata agli stimoli elettrici che attraversano in particolare quella
regione del corpo.
Ho ottenuto anche la rilevazione, con apparecchiature di
biorisonanza, di un altissimo grado di inquinamento elettromagnetico del mio
organismo.
Inoltre vi è stata una risposta positiva ad un trattamento intensivo
di agopuntura, nel corso del quale gli aghi posti a livello delle zone
interessate venivano collegati ad un apparecchio che emetteva corrente
elettrica a bassa tensione.
Il collocarmi all’interno di una gabbia di Faraday,
da me costruita artigianalmente, riesce ad attenuare l’intensità del “bombardamento
elettromagnetico“.
Segnalo, infine, che la connessione dei microchips con
determinate mie strutture nervose consente di ricevere, attraverso i segnali da
me emessi, quelle che sono le mie percezioni visive ed uditive.
Di questo ho
prova diretta attraverso le azioni delle persone coinvolte nella vicenda in
reazione alla ricezione dei miei segnali, che sono a conferma di quanto detto,
senza ombra di dubbio alcuno.
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