“Aspetta
un attimo, ché non voglio finire sui giornali”, disse il cacciatore al complice
che si apprestava a scendere dall’altana. Noi eravamo sotto, tre donne e io. La
più arrabbiata sul momento sembrava essere Francesca, a destra della foto,
venuta sola da Firenze, e che aveva subito ingaggiato una schermaglia verbale
con i cacciatori, mentre Donatella e Marzia, al centro e a sinistra della foto
rispettivamente, stavano più distanti. Io non ho aperto bocca, ma che
tenessi una macchina fotografica in mano deve aver fatto loro credere che fossi
un giornalista, spingendoli ad aspettare l’arrivo dei carabinieri, mentre se ne stavano a
quattro metri d’altezza dal suolo, dietro la copertura del telone dell'appostamento. Che non volessero mostrare la faccia è
indice della vergogna che probabilmente provano, svergognati come sono, a uccidere
bellissimi animali a tradimento, sparandogli mentre vagano nei campi alla
ricerca di cibo.
Solo il giorno prima, infatti, il Resto del Carlino di Ravenna aveva dedicato l’intera
prima pagina alla questione dei daini della pineta di Classe e il giornalista
Carmine Domini, come fanno di norma tutti i giornalisti, aveva infiorato un po’
la notizia, ricamandoci sopra e andando a pescare su Facebook le frasi più
stupide e inquietanti che vi circolavano sulla questione. I boccaloni, tra cui
i nostri due valentuomini sospesi, ci erano cascati. Avevano creduto alle
parole di qualche stupidino che diceva: “Mettiamo le bombe”, oppure: “Perché
non ammazziamo i cacciatori?”. Ora, sappiamo tutti che Facebook è lo sfogatoio
perfetto per le frustrazioni che tutti noi coviamo per il senso d’impotenza
dovuto a non riuscire a salvare gli animali, ma da anni sappiamo come gestire
questa sensazione e scriverlo nero su bianco sul web, oltretutto, non serve a
niente, se non a dare a pennivendoli come il signor Domini il pretesto di
descrivere l’intero movimento animalista come composto da potenziali assassini,
distogliendo così dall’attenzione della frastornata opinione pubblica il fatto
che i veri assassini sono i cacciatori.
Si
è voluto forse innescare un processo simile a quello inscenato con Caterina Simonsen, che si è mostrata come l’esempio vivente della bontà della
vivisezione, nonché vittima degli animalisti che, per questo, le avevano
augurato di morire. Anche in quel caso, si è trattato di una manovra di
distrazione del focus, dei veri criminali che truffano i malati per il proprio
tornaconto. Con l’uccisione dei daini di Ravenna, decisa dalla Provincia, e con
la caccia in genere, se anche dietro l’articolo del giornalista ci fosse stata
una regia volta ad attuare lo stesso giochetto, sarà difficile portarlo avanti
e ottenere gli stessi risultati, giacché sull’uccisione gratuita di animali selvatici
in questi ultimi trent’anni in Italia è maturata una coscienza collettiva molto
forte, mentre sulla ricerca medica ancora non è successo.
Ad ogni modo, fintanto che i due cecchini in mimetica indugiavano appollaiati
sull’altana, lo scambio di battute con Francesca è continuato fino all’arrivo
delle forze dell'ordine. Uno di loro le ha chiesto, ma la domanda era rivolta a tutti
noi: “Perché non andate a protestare davanti alla Provincia?”, lasciando
intendere che loro non c’entravano niente e che erano solo meri esecutori di
ordini pervenuti dall’alto. A me, se questo era il reale pensiero del
cacciatore, viene in mente il processo di Norimberga. Sono solo un semplice
esecutore di ordini, dissero in quel caso gli imputati. E ammazzo i daini in sovrappiù. Giustamente Francesca gli
ha risposto che la responsabilità è tutta sua, perché da una persona dotata di
coscienza ci si aspetta che si rifiuti di obbedire ad ordini che ritiene
sbagliati, tenuto conto che non c’è il pericolo di finire davanti alla corte
marziale e ad uccidere animali lui non solo è abituato, ma gode nel farlo.
Trattandosi di malfattori, i cacciatori sono esperti nell’arte di cambiare ipocritamente le carte in tavola. O almeno ci provano, con scarsi risultati come in
questo caso. I pubblicitari delle industrie farmaceutiche, viceversa, hanno
migliore fortuna e sotto la minaccia delle malattie, spontanee o programmate
che siano, la gente ci casca. Con la caccia siamo più smaliziati.
Il
fatto è, cara Francesca, che non tutti gli esseri umani sono dotati di
coscienza, cioè di anima, a dispetto delle menzogne della Chiesa che garantisce
il paradiso a tutti, dopo la morte. Anche a quelli come i nostri due baroni
rampanti che elargiscono la morte in modo sistematico, rendendo un inferno la
vita degli animali e anche un pochino la nostra, che li consideriamo persone e
non bersagli mobili.
Quando poi la FIAT Punto dei carabinieri è arrivata, io mi sono fatto in
disparte, spostandomi da sotto l’altana dalla quale avrei potuto prendermi
qualche sputo, e solo in quel momento i due armigeri sono scesi. Ho evitato di
fotografarli perché se se ne fossero accorti, avrebbero potuto chiedere ai
militi di farsi consegnare il rullino, trattandosi di una macchina fotografica
analogica, e siccome dagli sbirri mi aspetto di tutto, non volevo correre il
rischio di perdere le foto fatte finora. Con l’altra, la piccola digitale, ho
ripreso invece i due cacciatori a confabulare con i carabinieri. I quali non
hanno potuto far altro che constatare come costoro fossero in regola con la
legge, se non altro con il decreto della Provincia di Ravenna che ha deciso l’abbattimento
di 67 daini, considerati in sovrappiù rispetto al numero totale. Se questa
decisione è stata presa è perché le province italiane sono da sempre in mano al
mondo venatorio, trattandosi di luoghi dove si gestisce il territorio, strade,
foreste e fauna comprese. Il Sistema mafioso che ci comanda sa quanto sia
importante mettere gli uomini giusti nei posti giusti e i cacciatori, questa
regola, la conoscono molto bene.
Poco prima, in un’altra zona dove eravamo arrivati col buio, la nostra presenza
aveva tenuto lontani dal pericolo i daini e già questo basta per dire che
qualcosa di utile la nostra azione ha fatto, ma anche obbligare gli arroganti
killers a mostrare i documenti alle forze dell’ordine è una piccola
soddisfazione che abbiamo potuto prenderci. A noi li chiedono regolarmente e
quel giorno a me li hanno domandati due volte, due pattuglie diverse in due
luoghi diversi. Solo che noi siamo abituati, mentre i cacciatori, che in questo
caso si erano sentiti investiti del ruolo di professionisti ingaggiati dalla
Provincia, può esser sembrata una mancanza di rispetto nei loro confronti. Del
resto, la legge non guarda in faccia a nessuno e se un’autorità concede il
permesso di sparare, un’altra autorità potrebbe revocarglielo o comunque
controllare le generalità degli sparatori. E’ un po’ come quel pugile che a un
amico disse mestamente di aver preso un sacco di pugni dall’avversario, ma
subito dopo disse anche, orgogliosamente: “Dovevi vedere com’era ridotta la sua
mano!”.
Noi
e gli animali veniamo massacrati, i secondi in senso letterale, mentre ai
cacciatori, che la loro stampa amica tende a descrivere come vittime, viene
causato il disturbo di interrompere il loro sacro compito mostrando ai
carabinieri la carta d’identità. Questo per lo meno è ciò che è successo lunedì
15 dicembre, mentre qualche giorno prima, come riferito dall’articolo del Resto
del Carlino, ignoti avevano abbattuto un paio di altane, costituite di tubi
innocenti appoggiati a terra e ancorati con cavi d’acciaio. Dunque, qualche
seccatura in più l’hanno provata e forse ciò che più dovrebbe far preoccupare i
responsabili di tale strage, i funzionari della Provincia, è la cattiva fama
che Ravenna si sta facendo in questi giorni, grazie agli animalisti che non si
fanno i fatti loro, ma anche grazie a Striscia la Notizia che, non potendo
mandare Edoardo Stoppa impegnato altrove, ha fatto fare il servizio sui daini
di Ravenna al mago Antonio Casanova.
Quando la sera ho visto in tivù le immagini degli “scontri” tra cacciatori e animalisti di qualche giorno fa, ho provato la soddisfazione di sapere che un programma visto da milioni di italiani è dalla parte degli animali, cosa non scontata. Se la televisione di Stato, la RAI, come abbiamo visto pochi giorni addietro, sta dalla parte delle industrie farmaceutiche, come mai Mediaset, che è stata creata da un imprenditore capitalista, si permette di ostacolare le industrie armiere e di umiliare la provincia di Ravenna? Devo dedurne che Berlusconi lascia più libertà ai suoi registi e produttori, mentre la RAI è stata da tempo colonizzata dal potere economico più becero e criminale, che non si limita a uccidere daini, ma fa fuori lentamente milioni di pazienti umani.
Quando la sera ho visto in tivù le immagini degli “scontri” tra cacciatori e animalisti di qualche giorno fa, ho provato la soddisfazione di sapere che un programma visto da milioni di italiani è dalla parte degli animali, cosa non scontata. Se la televisione di Stato, la RAI, come abbiamo visto pochi giorni addietro, sta dalla parte delle industrie farmaceutiche, come mai Mediaset, che è stata creata da un imprenditore capitalista, si permette di ostacolare le industrie armiere e di umiliare la provincia di Ravenna? Devo dedurne che Berlusconi lascia più libertà ai suoi registi e produttori, mentre la RAI è stata da tempo colonizzata dal potere economico più becero e criminale, che non si limita a uccidere daini, ma fa fuori lentamente milioni di pazienti umani.
Al termine della nostra azione di disturbo, anche se non abbiamo potuto
visitare tutte e venti le altane dislocate tra i campi e la pineta, siamo
andati tutti e otto al bar, a bere qualcosa di caldo. E’ stato lì che ho potuto
conoscere Riccardo, che si vede al centro
della foto con la berretta arancione, e parlare con lui, mentre con Bruno avevo scambiato qualche
chiacchiera poco prima, rimanendo a guardia delle nostre macchine. Di Giuseppe
non so nulla e costoro, insieme a Donatella, sono attivisti del posto, a
differenza di Francesca venuta da Firenze e di me, Massimo e Marzia venuti dal
Friuli. Riccardo è ebreo, di nazionalità italiana, fa il programmatore e pensa che quanto scritto da Ariel Toaff nel libro “Pasque di sangue” siano tutte menzogne. Bruno è pensionato e ha tre
pagine su Facebook sulla meditazione, sulla difesa personale e sul Tantra.
Scrivo questi particolari per connotare il movimento animalista, altrimenti la
gente continuerà a credere che esso sia composto da potenziali assassini che
augurano la morte a ragazze malate e a onesti cittadini che pagano le tasse. La
verità è che, prendendo a paradigma Bruno e Riccardo, gli animalisti sono persone che usano la
testa e il cuore, a differenza dei cacciatori e di tanti altri membri di questa
società cadaveriana che usano la pancia e lo stomaco. Sono persone antispeciste che se
anche si interessano di temi stravaganti come la filosofia tantrica o difendono
l’operato genocida del governo israeliano, non fanno concretamente del male a
nessuno, a differenza degli specisti che hanno, chi più chi meno, le mani
grondanti di sangue animale.
Ripreso
il viaggio di ritorno in mattinata, con Massimo come autista e sua moglie
Marzia seduta al suo fianco, a Latisana siamo stati intercettati dai
carabinieri, a mo’ di ciliegina sulla torta, che ci hanno chiesto nuovamente i documenti e che probabilmente erano stati allertati dai loro colleghi ravennati. Cioè,
forse erano stati avvisati che sulla tale macchina, del tal colore c’era un
pregiudicato, il sottoscritto, di ritorno da un’azione di disturbo contro i
cacciatori. O forse è stato del tutto casuale e la stanchezza del viaggio ha
portato me, Marzia e Massimo a immaginarci chissà quale oscuro complotto. I
daini intanto, escluso il martedì e il venerdì, continueranno ad essere sotto
il mirino dei paladini dell’ambiente, che porteranno a un macellaio locale i
cadaveri da cucinare per loro stessi in gioioso convivio, nonostante Eleonora
Schonwald, una tedesca possidente della zona, si sia offerta di recuperarli in
blocco e di sistemarli nella sua vasta tenuta. La verità è che il pericolo di incidenti stradali causati dagli ungulati è solo un pretesto per accaparrarsi
quintali di ottima carne. E loro, funzionari e cacciatori, da bravi rettiliani
quali sono, non hanno saputo resistere. A noi, terresti D.O.C. ci prendono per
fessi!
Già che ci siamo, poiché mi dai lo spunto, parlerò di Telethon.
RispondiEliminaLa tv di stato fa schifo.
Telethon fa schifo, e guarda caso sono arrivati i celerini.
Non ti pare strano che ogni volta che c'è di mezzo la tutela degli animali , si faccia in modo che tutto vada a puttane, con notizie di gente che avrebbe addirittura spintonato i disabili?
Non credo che gli animalisti veri facciano queste cose.
Infiltrati?Come i Black block? Astuzie di Big Pharma?
Si vuole screditare il mondo animalista genuino e pacifico. NON CI STO.
Se mi metti il link dove gli animalisti avrebbero spintonato disabili, ti sono grato.
EliminaSe così è stato ufficialmente detto dai mass-media, i casi sono due: o è una menzogna o, come dici tu, si tratta di infiltrati che hanno come scopo di gettare discredito sugli animalisti.
A Genova, nel luglio del 2001, hanno agito proprio così ed è un vecchio metodo dei servizi segreti.
La posta in gioco è alta, riguarda la coscienza dell'uomo e siccome le forze oscure che comandano il mondo traggono profitti economici dagli animali, fanno di tutto per far fallire ogni acquisizione di consapevolezza da parte delle persone.
Ci vogliono tutti schiavi ottusi, obbedienti e senz'anima. E' l'antica battaglia fra Luce e Tenebre. Non c'è da stupirsi.
No, Roberto, riprendo quanto ho scritto prima; in realtà si tratta di accuse farlocche fatte da gente contro gli animalisti, in realtà nessuno dei presenti ha spintonato o buttato petardi sui bambini disabili, sono cazzate dette a proposito da chi vuol gettare discredito sui manifestanti.
EliminaCi sono stati momenti di tensione in cui sono stati lanciati petardi e uova(potevano evitare le uova, magari pomodori marci era più consono ed etico).
E' che in questi giorni girano voci di gente che ce l'ha a morte con chi difende gli animali e cerca di spalare fango.
Non ho difficoltà a crederti.
EliminaSolo ieri ho avuto prova di come l'odio verso gli animalisti crei scompiglio tra le loro fila.
Non scrivo un articolo in proposito solo perché i panni sporchi vanno lavati in famiglia, ma per non lasciarti con la curiosità ti dico solo che alcuni partecipanti all'azione di disturbo mi hanno addirittura chiesto di cancellare l'articolo, per paura di ritorsioni da parte dei cacciatori.
A questo punto, non so se mi fanno più ribrezzo i massacratori di animali o gli animalisti cagasotto che si fanno prendere dal panico durante la lotta.
Su una carta da gioco c'è scritto: "Non ti fidar di me se il cuor ti manca". Mi pare che si riferisca alla spada.