Persone
ricurve su loro stesse, sguardo corrucciato e viso illuminato, espressione
concentrata, capo chino e passo incerto, mani protese e dita tamburellanti. Non
è la descrizione di una processione o di un rito esoterico ma della quotidianità
nel corso della quale si possono sempre più spesso incontrare persone a capo
chino, intente a consultare lo schermo del proprio smartphone ignorando ciò che
le circonda, persone o cose, limitandosi a scansare gli ostacoli o a percorrere
strade e sentieri con il “pilota automatico” senza prestare attenzione se non
al proprio smartphone. Due
interessanti testimonianze giungono dal web ed illustrano in maniera efficace
questa tendenza all'isolamento digitale che si è estesa negli ultimi anni: il blog
“We Never Look Up“, che ritrae di nascosto persone a “sguardo basso”, per il
consulto del loro dispositivo, e la serie fotografica di Babycakes Romero, “The
Death of Conversation” che si preoccupa di immortalare i momenti di solitudine
in compagnia, quando la conversazione avviene fra l’individuo e lo smartphone e
le persone tendono a ignorare chi sta loro attorno per concentrarsi sul piccolo
schermo.
Si
legge a commento di quest’ultimo progetto: “Quando ho notato e fotografato
queste persone, non sembravano nemmeno presenti nel mondo reale. Sono
“collegate” ad un mondo virtuale creato da loro stessi. Non ho nulla contro la
tecnologia, ma sento che sta cominciando a influenzare la coesione sociale e
abbiamo bisogno di sapere quando spegnerla o diventeremo definitivamente
“spenti” gli uni nei confronti degli altri”.
Lo
smartphone diviene una moderna monade digitale: come descritto dal filosofo G.
W. Leibniz la monade non è altro che un centro di forza e attività, contiene
nella sua natura tutti i predicati, e tutta la propria storia. Ogni monade
digitale, ogni individuo dotato di smartphone diviene indipendente rispetto
alle altre e rispecchia nella sua relazione con l’apparecchio tutto l’universo
che può esprime secondo la propria posizione. Senza porte, senza
finestre, la comunicazione fra ogni individuo si interrompe o passa attraverso
lo smartphone per acquisire un significato mediato e non più immediato.
Una
testimonianza che dà sempre più concretezza alle preoccupazioni odierne di chi
ritiene che le nuove tecnologie stiano creando una generazione di persone meno
avvezze ad una comunicazione diretta e più o meno in difficoltà nell’esprimersi
e nel comunicare senza l’ausilio di uno strumento in grado di decifrare e
tradurre il messaggio.
Io me ne sto tirando sempre più fuori. È una dura lotta, ma la vincerò! Billy The Kid
RispondiEliminaLo strumento non è mai neutro, e quello della tecnologia digitale è stato inventato per disincarnarci dall'unica vera PUZZOLENTE ED ANTI-IGIENICA realtà. TECNOLOGIA ED IGIENE sono sinonimi di Fascismo Totalitario. Billy The Kid
RispondiEliminaTuttavia, ogni volta che ho a che fare con esseri umani in carne e ossa, qualcosa va storto e ciò m'induce a trovare rifugio nel mondo virtuale, se voglio ancora tenere aperta la comunicazione con qualcuno.
RispondiEliminaIl guasto dov'è, nella psiche umana o nelle sovrastrutture tecnologiche?
O forse io non posso essere preso a paradigma? Non faccio testo?
Senza dubbio il guasto è nella psiche umana. E' dura lavorare con una sola doppia elica, dove le altre cinque sono state emarginate. :-(
EliminaPer me è proprio lì il problema: la realtà quella naturale è dura e PUZZOLENTE, come ho appena detto...e LORO ci offrono un IGIENICO RIFUGIO nell'etere vitual digitale...ma questo mondo è da LORO CREATO E DOMINATO, dunque ci offrono un rifugio che altro non è che una PRIGIONE dove vivere come MACCHINE E SERVI DELLE STESSE E DEI LORO CREATORI... Billy the Kid
EliminaAbbiamo già l'aspetto di SCHIAVI COL CAPO RECLINATO sulla Monade Digitale dei nostri apparecchietti. Fra poco inizieranno a frustarci pure, dopo averci lobotomizzato...? http://m.youtube.com/watch?v=8lYCD0Se_t0 Billy the Kid
EliminaHai toccato il tasto giusto , Roberto , per paradosso siamo arrivati al punto dove la comunicazione più diretta è quella digitale o virtuale , a quattr'occhi diventa più difficile. Sono brutti tempi , credo siamo in piena transizione verso l'uomo nuovo , l'ibrido metà uomo e metà terminale informatico , quello a cui stiamo assistendo è solo l'inizio. Con ogni probabilità le generazioni attuali saranno le ultime a porsi ancora delle domande sulla loro vera natura , quelle future troveranno "naturale" il mondo digitalizzato in cui vivranno , dove ogni aspetto della propria vita sarà determinato da input esterni ... la storia sarà relegata ad una sorta di racconto favolistico e si faranno sonore risate nel vedere come i loro antenati dovevano pensare per agire anzichè chiedere ad un terminale incorporato cosa fare.
RispondiEliminaAllora il futuro è fatto di cacca! :) E ce la fanno anche piacere! Ah Pasolini!! :) Billy the Kid
EliminaHo dovuto rileggere il titolo, pensavo che nella parola "monade" l'accento fosse sulla "a", alla friulana...
RispondiEliminaE, devo dire, "monàde digitale" ci starebbe benissimo come titolo e quanto al senso dell'articolo.