venerdì 5 dicembre 2014

Cavie dei militari prese a caso




“L’inizio del controllo mentale o i primi segnali che la situazione era cambiata sono cominciati il 07/03/2004, sebbene alcune persone che condividono con me la stessa sorte ipotizzano che io sia stato predisposto a questo tipo di trattamenti fin da piccolo. Avevo 17 anni e avevo passato l’anno prima comportandomi come se non mi preoccupassi delle conseguenze di ciò che facevo nei confronti di “famiglia”, conoscenze, scuola, datori di lavoro e stato. Una notte al solito bar mi accorgo che in molti mi guardano continuamente tentando minimamente di non farsi notare e cominciano a fare nelle loro conversazioni riferimenti al sottoscritto (anche se sempre in terza persona, mai direttamente) ma al momento non ci facevo troppo caso, finché in seguito per farmi capire che il problema ero io mi fecero lo stesso trattamento che facevano al “pedofilo del paese”, che ogni volta che ci passava davanti in strada qualcuno puntualmente faceva un colpo di tosse e lui lo guardava male ma senza fare nulla. Da quel momento in poi i colpi di tosse li avrebbero fatti quando passavo io (ed è tuttora così), la cosa divenne bizzarra perché la gente mi si avvicinava e si metteva a tossire, mi dicevo: “Strano, deve esserci un’epidemia in corso…”.


In seguito, comportamenti del genere cominciarono a generalizzarsi, a casa, in giro e in misura minore a scuola. E’ andata avanti così fra insinuazioni, manifestazioni di ostilità di vario genere e merda varia per un mesetto e mezzo, dopo di che ho smesso di frequentare quelle persone. Sarebbe stata una cosa da riprendere e mettere in un documentario perché era un intero paesello concentrato sull’eliminazione di una persona attraverso nuovi metodi (perché con quelli tradizionali è già successo spesso). La gente che sempre avevo conosciuto ora mi si era rivoltata contro, vedevo gente che in vita sua non aveva mai avuto il coraggio neanche di dire una sillaba contro di me prendersi le sue “soddisfazioni” in un “tutti contro uno” che gli avrebbe fatto credere di essere qualcuno per il semplice fatto che ora reprimevano chi si ribellava.

Che abbiano passato e che passeranno il resto della vita leccando culi e calando le braghe è un dettaglio che per loro fa poca differenza, d’altronde molti di loro erano militari e fascisti per cui son problemi che loro non si pongono. Si arrivò al punto in cui, sempre in terza persona, mi si accusò di tutto, facendomi pensare di avere veramente qualcosa che non va, a volte si auspicava e pronosticava la mia morte per suicidio. Io assistevo immobile fino a quel momento perché era una situazione a cui non avevo mai assistito prima e più di una volta pensavo di essere diventato pazzo… poteva essere successo tutto questo e tutto in una volta o era la mia percezione?

Inoltre, anche se avessi chiesto spiegazioni mi si sarebbe risposto (come in seguito avvenne) che era la mia immaginazione, anche se il fatto che si riferivano ai miei comportamenti e al mio pensiero, talvolta spudoratamente, era evidentissimo. Inoltre, agendo quando sorgeva una contraddizione o nel mio pensiero o nei miei comportamenti potevano farmi pensare di essere in qualche modo in torto e quindi “giustificare” quello che mi succedeva attorno.

Contemporaneamente la situazione era cambiata pure in casa dove iniziarono (oltre al fatto che i miei famigliari avevano assunto lo stesso modo di comportarsi) i primi segni del controllo mentale. Sentivo suoni (non nella testa) che mi davano l’idea che qualcuno “leggesse nel mio pensiero”. Questi sono anche variati nel tempo ma vanno dal colpetto a qualcosa di metallico nella stanza, alla motosega, al verso di alcune specie di uccelli (che si può far diventare espressivo con alcune modifiche), etc. Questo genere di “suoni nel periodo che va dal marzo 2004 all’ottobre 2004 erano frequentissimi, e io ho sempre vissuto nello stesso posto, dove prima erano invece moderati/assenti e normalissimi.

Nel periodo che va dall’inizio (marzo 2004) a Gennaio 2007, ho fatto molte ipotesi su cosa mi stava succedendo e mi sono dato varie spiegazioni che vanno dal classico “sono pazzo!” (mi hanno fatto infatti vari TSO) ad ipotesi su un possibile danno cerebrale dovuto alle sostanze stupefacenti che avevo assunto. Un briciolo di speranza che tutto tornasse al suo posto lo nutrivo ancora. Per esempio, per una quindicina di secondi nel 2006 ho pensato di essere di nuovo come un tempo, perché dall’inizio del controllo mentale ad ora non ho più avuto la stessa sensazione del pensare che ho avuto nei miei primi 17 anni, il pensiero non scorre più fluido, più che pensiero sembra una specie di grido nel cervello, una specie di mal di testa. Il pensare è diventato verbale (sul perché mi inducessero a pensare verbalmente mi sono fatto varie ipotesi nel tempo riuscendo a capire il perché solo da poco tempo).

Invece, una notte del 2006 per una quindicina di secondi il pensiero tornò quello di una volta mentre ascoltavo musica disteso nel letto, da allora non mi è più capitato che mi facessero ri-assaggiare la “sensazione di pensare”.

Poi nel Gennaio 2007 ho scoperto il sito dell’allora “AVAE-M” e tutto è diventato più chiaro. Anche se devo dire che il lavoro che hanno fatto fino a quel momento sulla mia testa ha lasciato il segno, ancora adesso quando mi succede qualcosa che ha a che fare col controllo mentale o lo stalking i miei primi pensieri vanno alle ipotesi precedenti, cioè “pazzia” o altre cazzate. Nonostante sia a conoscenza del controllo mentale il mio istinto è legato a quelle prime idee. Infatti, in qualsiasi cosa non riesco a trasformare il ragionare, quel poco che mi permettono, in coscienza. Permettono al mio pensiero di muoversi all’interno di un “recinto” delimitato, ed ogni volta che oltrepasso quei limiti intervengono in qualche modo. E’ il loro modo di tenermi sotto controllo e rendermi prevedibile.

L’evoluzione di alcuni dei metodi con cui mi impediscono di pensare, di organizzare il pensiero, di svolgere normali situazioni, è singolare per quel che riguarda i mie tentativi di studiare (ormai sono solo tentativi), vorrei precisare che rincoglionito come sono ora non ci sono nato. Infatti, nello studio non ho mai avuto problemi in questo senso a scuola e nemmeno in tutte le altre situazioni in cui era necessario utilizzare il cervello. Dal 2004 al 2010 quando mi mettevo a studiare sui libri, per impedirmelo mi facevano sentire appunto suoni come spiegato sopra. Questi capitavano in diversi momenti ma sempre riuscivano o a farmi pensare a tutto tranne a quello a cui volevo pensare. Direte voi: come possono dei semplici suoni fare questo? Oltre al fatto che ti fanno capire che ti leggono nel pensiero, sfruttano alcuni giochini psicologici, ti provocano, ti fiaccano lo spirito, il tutto completato da pensieri e stati mentali indotti apposta per renderli efficaci.

Così, verso il 2010, per migliorare lo studio e non sentire rumori di disturbo, mi mettevo dei tappini auricolari, delle cuffie insonorizzanti ed alzavo il volume della musica. Immediatamente hanno cambiato modalità, al posto di sentire rumori ora mi facevano contrarre alcuni muscoli del corpo a scatto, accompagnati da una strana sensazione a livello cerebrale che non saprei come descrivere. Io tra me e me le chiamo scossette, e quando mi metto su un libro arrivano a frequenze di 2-2,5 volte al secondo rendendo la lettura quasi impossibile. Sono andato avanti con queste “contrazioni-scossette” anche per ore consecutivamente… se pensavo a quello a cui avevo letto mi ricordavo davvero poco ma in compenso ho i muscoli lombari allenatissimi, dopo tutta questa elettrostimolazione (hahah).

Queste stimolazioni avvengono ora anche nella normale vita quotidiana, non solo nello studio, esattamente come prima facevano con i “suoni” che non sono cessati ma continuano combinati al resto. Per esempio, allo stesso modo (prima suoni poi contrazioni) sono riusciti a privarmi del sonno, a volte lo hanno fatto anche per diversi giorni consecutivi. Invece, se sono in compagnia, in questo senso mi lasciano in pace, niente suoni strani o scossette, però la mia “voce interiore” (che non assomiglia tanto ad una voce) parla di robe che con me non hanno nulla a che fare. Non che questo non succeda nelle altre situazioni, ma quando sono solo utilizzano più che altro “suoni” e “scossette”.

Questo è un sintetico elenco di cose che mi sono successe, ma faccio fatica a mettere insieme tutto ciò che mi è successo ancora oggi, avrò sicuramente dimenticato cose anche importanti e messo troppo l’accento su cose invece meno significative.

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