Fonte:
Tgcom24
I jihadisti dello Stato Islamico hanno
ucciso un uomo accusato di essere omosessuale. Dopo averlo gettato dal tetto di
un edificio al confine tra Iraq e Siria, lo hanno lapidato. La notizia è stata
riferita dalla stessa organizzazione terroristica, che in un comunicato mostra
anche le foto dell'esecuzione. Il
fatto, avvenuto in una località sconosciuta a cavallo tra la Siria orientale e l'Iraq
occidentale, supera per livello di atrocita' i pur molti crimini di cui si sono
macchiati i jihadisti nel nome della loro interpretazione della Sharia,
comprese lapidazioni sulla pubblica piazza di donne accusate di adulterio e
l'esposizione di corpi crocifissi di giustiziati per vari reati.
Un tribunale dell'Isis ha ritenuto giusto
applicare un'antica tradizione islamica secondo la quale "i sodomiti
devono essere fatti precipitare dal punto più alto della città, e poi lapidati
fino alla morte".
Per illustrare il tutto, i responsabili per la
comunicazione dell'organizzazione jihadista pubblicano tre fotografie in cui,
come si legge nella didascalia, è mostrata "l'esecuzione della
condanna". Nella prima immagine si vede il condannato, ammanettato dietro
alla schiena, mentre precipita dal tetto di un edificio di due piani, sul quale
stanno otto miliziani incappucciati di nero, alcuni armati, che lo guardano
cadere. Nella seconda e nella terza fotografia l'uomo è
mostrato steso a terra, scalzo, con accanto diversi mattoni che con tutta
probabilità sono serviti a finirlo. Anche qui si vedono alcuni miliziani
incappucciati, uno dei quali sembra leggere il decreto di condanna.
[N.d.R. Nei paesi musulmani a volte si gettano cani dall'alto dei palazzi e nella Spagna dominata dagli arabi si buttano le capre dai campanili]
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