lunedì 1 dicembre 2014

Ne rimarrà uno solo!

 

“Altre 17 espulsioni pronte da discutere sul tavolo dell’assemblea congiunta del Movimento 5 Stelle“. La notizia trapela da ambienti M5S dopo la riunione dei deputati. Tutte le agenzie la battono. Ma in poche ore viene smentita ufficialmente dal capogruppo Andrea Cecconi, a cui peraltro era stata attribuita la comunicazione di espulsione. Il capogruppo parla di “speculazioni giornalistiche” in quanto “la stessa (assemblea, ndr) deve ancora essere formalmente convocata”. Inoltre, precisa Cecconi in una nota, “non è previsto che l’assemblea dei gruppi parlamentari possa in alcun modo prendere decisioni in merito ad amministratori locali”. La decisione di convocare un incontro congiunto per il 3 dicembre, conclude poi Cecconi, sarà presa solo per “creare un clima positivo e di serenità in seno al gruppo parlamentare, così da superare tutte le incomprensioni passate e ripartire in maniera più compatta”.

L’annuncio della procedura di espulsione, fatto filtrare come retroscena da esponenti 5 Stelle, mostra comunque con evidenza una certa tensione all’interno del gruppo. Il motivo? In sostanza dopo l’espulsione di Massimo Artini e Paola Pinna, motivata ufficialmente dal ritardo nella rendicontazione, in molti danno per scontato un procedimento anche per gli altri 17 membri nella medesima posizione. Per questo si è resa necessaria la smentita ufficiale di Cecconi. I nomi degli eletti finiti “sul banco degli imputati” sono stati pubblicati sul sito Tirendiconto.it: Sebastiano Barbanti, Marco Baldassarre, Eleonora Bechis, Silvia Benedetti, Paolo Bernini, Francesco Cariello, Federica Daga, Marta Grande, Mara Mucci, Girolamo Pisano, Aris Prodani, Walter Rizzetto, Gessica Rostellato, Emanuele Segoni, Patrizia Terzoni e Tancredi Turco. 

In ogni caso, comunque, la riunione dei parlamentari – all’indomani dell’espulsione di Artini e Pinna – si è soffermata su questo delicato punto. La discussione sui 17 parlamentari che potenzialmente rischiano l’espulsione dai 5 Stelle è stata, secondo quanto riportano alcuni partecipanti, molto aspra: un dissidente parla di “scontro durissimo. Le urla si sentivano da chi stava in strada”. La tensione è salita quando i 17 sotto accusa hanno ribadito che i bonifici sono stati tutti correttamente  inviati, ma che, per problemi tecnici, la pubblicazione sul blog di Beppe Grillo non era stata possibile. Alcuni di loro hanno cercato di rimediare con dei post sui propri profili Facebook ufficiali, ma questo non è bastato a evitare loro di essere messi in discussione: “O li mettete sul sito ufficiale o siete fuori”, avrebbero risposto i membri del nuovo direttorio Luigi Di Maio, Carlo Sibilia e Roberto Fico.

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